Allarme droga in Umbria, il rischio è ovunque: offerta massiccia e prezzi stracciati. I blitz delle forze dell’ordine e la necessità di un patto educativo

Solo nell’ultima settimana tra Perugia, Terni e Città di Castello ci sono state almeno cinque operazioni antidroga delle forze dell’ordine. C’è una abbondanza che rischia di trasformare l’Umbria in una grande piazza dello spaccio. La cocaina viene spacciata ovunque e consumata da giovanissimi e adulti. Il fumo si trova dappertutto, così come l’eroina che non è mai sparita dalle piazze del capoluogo umbro, sia per la massiccia offerta sia per i prezzi stracciati. Poco tempo fa è emersa anche lo Shaboo, una specie di sale giunto in Italia dalle Filippine che ha effetti simili a quelli della cocaina. L’elenco potrebbe continuare, basterebbe consultare le tabelle delle droghe chimiche per rendersi conto che il tentativo spesso è sempre lo stesso: inventare una sostanza eccitante, inibitoria. La mentalità di provare si diffonde a macchia d’olio. Siamo in una situazione d’allarme, anche perché si trova ovunque, a tutte le ore e costa come una paghetta. L’Umbria rischia di trasformarsi in un grande outlet dai prezzi popolari: numerosissimi venditori, imbarazzo della scelta, affollatissimo nei weekend, prezzi molto economici per chi sa cercare e una qualità a volte pessima. Ormai non è più necessario chiedere ai nonni i racconti di una Perugia, solo per fare un esempio, che non c’è più e per avere una visione chiara del declino della città. Pensare che una situazione del genere possa essere affrontata solo dalle forze dell’ordine è pura utopia. Carabinieri, polizia, finanza fanno tutto quello che possono con i mezzi a disposizione. Oltre alla lodevole dedizione e professionalità, non è pensabile delegare alle forze dell’ordine un compito così complesso e articolato. Contro le droghe occorre, invece, un grande patto tra scuola e famiglia . Un patto educativo contro le dipendenze, un patto di corresponsabilità. Infatti, tra scuola e famiglia non basta una semplice intesa, serve piuttosto che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Perché oggi la droga è un mezzo di omologazione, non serve più a marcare la propria distanza ma ad adeguarsi al gruppo, per il timore di essere esclusi. Così come è fondamentale l’impegno delle istituzioni locali, comuni e regione, che ormai non investono più in progetti e servizi educativi e di prevenzione. Nove anni fa il Prefetto di Perugia Antonio Reppucci, in maniera sicuramente scomposta, disse che se una “madre non si accorge che il figlio si droga ha fallito”. Poi aggiunse:” Se io avessi un figlio e lo vedessi per strada con la bottiglia in mano lo prenderei a schiaffi”. Successe un finimondo e il Prefetto fu rimosso all’istante. Non bastò nemmeno la retromarcia di Reppucci che precisò subito dopo di essere stato frainteso e che il suo intento era quello di invitare tutti ” a fare squadra”. La verità è che ad ognuno la propria responsabilità, ma comunque le famiglie non possono essere lasciate sole. Le droghe minano le fondamenta della società e delle famiglie,  l’Umbria, purtroppo, si sta dimostrando troppo fragile.