Amanda torna a Perugia e vede Raffaele Sollecito: l’incontro a Gubbio

Amanda Knox è tornata a Perugia a metà giugno dove, secondo l’Ansa, ha incontrato il suo difensore storico, l’avvocato Luciano Ghirga, insieme all’altro legale Carlo Dalla Vedova e all’ex cappellano del carcere della sezione femminile don Sauro Scarabattoli. Non solo: Amanda poi è stata a Gubbio dove si è rivista con Raffaele Sollecito. “L’ho trovata bene, tranquilla e affettuosa” ha detto l’avvocato Ghirga. “Prima – ha aggiunto il legale perugino – era forse più estroversa mentre ora è molto mamma, concentrata sulla figlia Eureka”. Sentimenti particolari anche per Raffaele Sollecito: ” Ho provato emozioni contrastanti”.  ” L’iniziativa è stata sua, ma l’idea di entrambi”, dice ancora Sollecito in merito all’incontro. “Ho provato emozioni contrastanti – ribadisce – sicuramente piacere di stare in buona compagnia. Ma anche tristezza per la tragedia che abbiamo subito”. Amanda e Raffaele vennero arrestati perché ritenuti coinvolti nell’omicidio di Meredith Kercher, compiuto a Perugia tra il primo e due novembre del 2007, e poi definitivamente assolti. L’unico condannato per quel delitto è stato Rudy Guede, 35enne originario della Costa d’Avorio, che proprio oggi ha rilasciato una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Rudy ha finito di pagare il conto alla giustizia da poco, è uscito dal carcere d un anno e ha scritto un libro (“Il beneficio del dubbio”) con il giornalista Pierluigi Vito. ” Lo ripeto più che mai adesso che ho finito di pagare il mio conto alla giustizia: io non ho ucciso  Meredith”, ribadisce Rudy Guede. Era la sera del 1 novembre 2007, Meredith Kercher, studentessa inglese a Perugia, fu uccisa nella casa che condivideva con Amanda Knox . Nel su libro Guede mette in fila tutta la sua vita e riguardo al delitto giura di essere innocente anche se racconta un comportamento da colpevole. “La paura ha preso il sopravvento – scrive Rudy Guede – e sono scappato come un vigliacco  lasciando Meredith forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi. Ma avevo 20 anni e avevo davanti una ragazza agonizzante, l’ho soccorsa ma poi la mente è andata in tilt. Magari sarebbe morta lo stesso ma non aver chiesto aiuto resta la mia grandissima colpa”.