Caro carburanti, il prezzo continua a salire: anche in Umbria rincari alle stelle

La premier Giorgia Meloni ha scelto di concentrare le risorse della legge di Bilancio (21 miliardi) su provvedimenti che non contemplano il prosieguo dei sussidi sul fronte delle accise di benzina e gasolio da auto trasporto. Così, dopo gli interventi del governo Draghi che avevano contenuto le imposte sui carburanti e che sono scaduti il 31 dicembre scorso, i consumatori si trovano costretti a fare i conti in un colpo solo con i prezzi record di diesel e benzina. Non essendoci più, dal 1 gennaio, lo sconto sulle accise deciso dal precedente governo, i prezzi alla pompa sono tornati prepotentemente a correre. Un quadro che sta pesando sui bilanci delle famiglie e delle imprese, con l’Italia che è tornata a piazzarsi tra i Paesi più cari d’Europa. Attualmente l’Italia, con una media di 1,891 euro al litro, occupa la terza posizione in Europa per il prezzo più alto del gasolio, dietro a Svezia e Finlandia, mentre per la benzina (1,827 euro/litro) risulta il quarto mercato più costoso. Prima dell’anno nuovo era al dodicesimo posto in Europa per il diesel, al decimo per la benzina. Rispetto alla media europea , gli italiani pagano un litro di benzina 24,8 centesimi di euro in più, un differenziale che nel caso del gasolio si traduce in 24,2 centesimi. Nuovo anno, nuovi rincari con conseguente stangata per le famiglie italiane, stimata in 2400 euro per il 2023 dalle associazioni dei consumatori. ” Il 2023 si è aperto con l’aumento delle accise su benzina, gasolio e Gpl, tornate al livello del 21 marzo 2022 – ha dichiarato Cinzia Fiorucci al quotidiano “La Nazione”, che gestisce il distributore di famiglia in via XX Settembre – La gente lo nota, si lamenta, si rifornisce e se ne va rassegnata”. Per Federconsumatori dell’Umbria ” la scelta del governo Meloni di non prorogare il taglio delle accise è sbagliata, perché le impennate dei listini alla pompa produrranno rincari a cascata per beni e servizi in tutti i settori”.