Covid Umbria, aumentano i casi di reinfezione: effetto delle nuove varianti. Xe non preoccupa

La curva epidemica sembra scendere anche in Umbria. La notizia più bella è che da tre giorni consecutivi nella nostra Regione non si registrano nuovi decessi, quella più preoccupante è l’aumento dei ricoveri negli ospedali (282 ieri). I nuovi contagi però sono diminuiti, il tasso di positività di ieri, in Umbria, è stato del 14,76%, due punti in meno rispetto a quello del giorno precedente. Più o meno come nel resto del Paese: ieri in Italia il tasso di positività è sceso al 14,6%. Dati sicuramente positivi anche se alcune preoccupazioni restano, a cominciare dalle reinfezioni. Infatti, l’Istituto superiore di sanità ha rilevato un aumento delle reinfezioni del 4,1% nell’ultima settimana, rispetto al 3,5% di quella precedente. Si tratta principalmente di non vaccinati, vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni, dei più giovani e degli operatori sanitari. La risalita delle reinfezioni è effetto dell’aumentata circolazione delle varianti più contagiose e dimostra che neppure i guariti sono esenti dal rischio di nuova malattia. Le reinfezioni riguardano soggetti che hanno contratto il virus originario di Wuhan o la variante Delta e si sono reinfettati con Omicron 1 e 2, anche se nuove varianti stanno emergendo come Xe e Xj. Nuovi contagi e reinfezioni sono invece in calo tra chi è in età scolare. L’Istituto superiore di sanità registra in questa fascia il 22% di casi, contro il 25% di sette giorni fa. Nell’ultima settimana il 17% dei casi in età scolare ha interessato bambini sotto i 5 anni, il 43% quelli tra 5 e 11 anni, il 39% tra 11 e 19 ani. Il virus, quindi, continua a circolare e ancora non è dato sapere come si ripresenterà in autunno. Ultima considerazione sulla sotto-variante Xe: per il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), il virologo Giorgio Palù, ” non dobbiamo temere le ricombinazioni dei virus appartenenti a sotto-varianti dello stesso ceppo, come è il caso di quella denominata Xe”. Eventuali minacce, sostiene il presidente dell’ Aifa sul Corriere della Sera di oggi, potrebbero arrivare “da nuove varianti che hanno acquisito mutazioni diverse da quelle conosciute”. Il tutto però – aggiunge Palù – ” senza troppi patemi d’animo”.