Covid Umbria, l’ efficienza perduta e scelte sbagliate. La manifestazione dei sindacati e crollo dei consensi

C’ era una volta un’ immagine dell’ Umbria efficiente e solidale. Oggi quell’immagine non c’è più davanti ad anziani delusi e sofferenti in attesa del vaccino. Gli errori commessi dalla catena di comando – Regione e Aziende sanitarie – sono un brutto colpo per i servizi sanitari umbri. Per troppo tempo sono mancate le risposte, il criterio di anzianità decrescente non è stato rispettato e le persone fragili aspettano ancora. Nel frattempo qualcuno – costretto a frequentare l’ Ospedale più volte alla settimana per necessità di salute – si è preso il virus e sta lottando disperatamente con una strana campana trasparente in testa. Quel casco che permette alle persone che soffrono di coronavirus di respirare meglio grazie alla ventilazione assistita. Situazioni che potevano essere evitate se gli anziani e i fragili  fossero stati messi in sicurezza. Per non parlare dei medici di famiglia che non sono stati messi nelle condizioni di rispondere ai loro pazienti. Nella confusione si è innescata – e non poteva essere diversamente – anche la polemica sulle vaccinazioni degli avvocati: 110 a Città di Castello, 44 Bastia e 170 Terni.  Chi ha autorizzato quella procedura, sulla base di quali criteri preordinati, con quali modalità e come mai sono state vaccinate talune persone rispetto ad altre. È quanto chiedono di sapere alcuni consiglieri regionali di minoranza. Ma a questo punto lo chiedono i cittadini, lo vogliono sapere gli anziani e i fragili che stanno ancora aspettando. Lo vuole sapere Stelio che ad 87 anni dovrà aspettare metà maggio per essere vaccinato, così gli è stato detto a Foligno.  ” La somministrazione di dosi eccedenti del vaccino AstraZeneca, avvenuta con opacità, confusione e mancanza di trasparenza, in modo parziale ad alcune persone appartenenti a una o più categorie professionali, cosa ancora più grave”, denunciano i Consiglieri regionali Simona Meloni e Tommaso Bori. A portare la voce e rabbia dei lavoratori e pensionati umbri sono stati oggi i tre sindacati più rappresentativi, Cgil, CISL e UIL, in piazza Italia, a Perugia, davanti al palazzo della regione. Perché? ” Dopo essere stati per due mesi l’ epicentro del contagio e avendo ancora tassi di occupazione delle terapie intensive venti punti sopra la media nazionale, la campagna vaccinale è partita male! Paghiamo le mancate assunzioni, la disorganizzazione della rete ospedaliera, l’ assenza di una programmazione. La politica è sorda”. È la considerazione dei segretari umbri Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Claudio Bendini, di Cgil, Cisl e Uil. Per non parlare delle conseguenze sul tessuto sociale della nostra regione. “Oggi in Umbria – dicono i rappresentanti dei lavoratori – oltre il 40% delle imprese è in difficoltà forte e rischiano di licenziare i dipendenti. Decine di migliaia di posti di lavoro sono a rischio nella nostra regione”. Che le cose vanno male in Umbria lo certifica anche l’ ultimo sondaggio Swg dove la Presidente Donatella Tesei crolla nei consensi e scivola pesantemente sotto il 50%. In poco più di un anno perde una valanga di consensi attestandosi su un deludente 43%.