Covid Umbria, la sfida vinta dalla sanità pubblica. La pandemia e l’importanza del servizio sanitario pubblico.

Ci voleva il coronavirus per far emergere le grandi professionalità di medici e operatori del servizio sanitario dell’ Umbria. La pandemia ci ha fatto capire ancora di più, qualora servisse, l’ importanza del servizio sanitario pubblico. Non che prima fosse un argomento ignorato, ma certo la drammatica emergenza sanitaria ha più che mai acceso i riflettori sul sistema sanitario pubblico. Sulla sua qualità, sui suoi pregi, sui difetti, ma soprattutto ha evidenziato il suo insostituibile ruolo a difesa della salute di tutti. Tutti perchè il nostro sistema è un sistema universalistico, cioè garantisce a ogni cittadino lo stesso accesso a cure e assistenza. Ma le vicende di queste settimane hanno evidenziato anche le problematicità di altre regioni , come la Lombardia, che negli anni hanno  investito una grande fetta di risorse pubbliche a favore di servizi sanitari privati. E’ di poco tempo fa l’intervista dell’assessore regionale alla sanità della Lombardia che impartiva lezioni sulla necessità di aprire ai privati anche in Umbria, considerata dal centro destra una regione troppo schiacciata sul pubblico. Certo molto lo si deve alla straordinaria generosità, dedizione e competenza di medici, infermieri e centinaia di operatori ma parliamo di donne e uomini che hanno accettato di lavorare proprio per il sistema sanitario nazionale. Lasciando da parte , per ora, un’analisi dettagliata sulle problematiche della gestione dell’emergenza di questi due mesi, quello che vorremmo provare a ricostruire ora è la storia e le scelte fatte negli anni in Umbria per difendere la sanità pubblica. Si può senz’altro affermare che negli anni l’ Umbria ha costruito una regione ad elevata, qualcuno potrebbe dire esclusiva, sanità pubblica. Ciò può essere visto, a seconda delle idee politiche,  più o meno equo.  Comunque i privati che operano in Umbria li troviamo un pò nelle dimensioni diagnostiche o teraputiche e un pò più nelle residenze per anziani o centri diurni per disabili. In termini di posti letto ogni 1000 abitanti, in Umbria ve ne sono 3,4  nelle strutture pubbliche, rispetto ad una media nazionale di 2,8, e 0,3 in quelle private, rispetto ad una media nazionale di 0,7. Come dire, in Umbria vi sono più posti letto pubblici e meno posti letto privati che in Italia. Veneto, Liguria e Basilicata, per questo indicatore statistico, assomigliano all’ Umbria, mentre la maggiore incidenza privata si ha in Lombardia, Lazio, Calabria e Sicilia. L ‘Emilia Romagna , a sua volta, sta nel cluster con molti posti, sia pubblici che privati. Per non parlare dell’organizzazione del sistema sanitario umbro sul territorio: distretti, case della salute, Pes ( centri di erogazione servizi sanitari), servizi domiciliari e un rapporto stretto da cittadino e medico. Naturalmente grazie anche al lavoro straordinario dei medici di famiglia. Esattamente l’opposto di quello che è avvenuto in altre regioni. Tra le cause del mancato controllo del focolaio lombardo c ‘è – a parere di tutti gli esperti – il collasso della medicina del territorio, cioè la rete di servizi pubblici e medici di base che rappresenta il primo punto di accesso dei cittadini al sistema sanitario. E con un recente provvedimento in Lombardia è stato deciso di trasferire alle aziende ospedaliere delle funzioni di governo dei servizi di medicina di base, accentrando negli ospedali anche questa funzione. La catena di comando è così completamente saltata, sono venute meno le più elementari modalità di gestione di una epidemia, quelle che una volta avremmo chiamato di polizia sanitaria. Aver negli anni costruito un servizio sanitario pubblico , forte e articolato , ha consentito di realizzare indicatori di prevenzione e cura superiori alla media nazionale e un tasso di contagio inferiore a quest’ultima. Si può ritenere che queste politiche sanitarie abbiano contribuito, in modo efficace, a conseguire questi obiettivi di salute pubblica, magari anche agevolati da fattori di contesto. (Continua -3)