Il virus resterà per tutto il 2021 mentre dall’Umbria scappano gli specializzandi anestesisti e rianimatori.

Dovremo fare i conti cin questa pandemia almeno tutto il 2021. Lo sostiene il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito, nonché membro del comitato tecnico scientifico, in una intervista pubblicata oggi dal Corriere del Sera. Ippolito, stimato professionista e riferimento non solo nazionale sulle malattie infettive, promuove le misure restrittive decise dal governo e avverte: ” se non si riesce a stabilizzare il trend dei contagi qualunque sforzo sarà inutile”. Il direttore scientifico della Spallanzani ricorda che il coronavirus ha “un vantaggio su di noi. Nei primi giorni dell’infezione agisce in maniera assolutamente non controllabile perché si è contagiosi per 2 – 3 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi e spesso si rimane asintomatici ma in grado comunque di infettare altre persone “. Proprio per questo test, tracciamento, isolamento sono le uniche contromisure. Se però il numero dei casi sale oltre un certo livello il sistema di tracciamento salta, un pò quello che è avvenuto anche in Umbria. Un esempio ? L’attesa infinita del tampone, con persone sempre più spesso costrette ad aspettare di fare il test anche per diversi giorni e nel frattempo il tracciamento è di fatto saltato del tutto. Sappiamo ancora poco del Sars-CoV-2, ma sostiene Giuseppe Ippolito ” abbiamo visto che tende a non mutare e questo potrebbe essere positivo nell’ottica di un vaccino, ma 10 mesi sono decisamente troppo pochi per escludere che possano prendere piede in futuro mutazioni significative”. Stesso discorso sull’immunità, ad oggi i casi di reinfezione sono pochi, eppure nessuno della società scientifica esclude che l’immunità acquisita dopo l’infezione  possa esaurirsi dopo qualche mese.  Per adesso comunque l’Umbria è in fascia gialla con criticità moderata, è quanto deciso dal nuovo Dpcm del governo che entrerà in vigore da domani. Resta il fatto che la nostra regione ogni giorno continua a perdere vite umane , il tasso di positività oscilla tra il 12 e il 23% e più di 350 pazienti sono ricoverati negli ospedali umbri, di cui quasi 50 in terapia intensiva. Per questo anche ieri c’è stato un appello della maggior parte delle sigle sindacali che , tra l’altro, hanno presentato un documento con il quale denunciano ritardi e mancanza di riorganizzazione dei servizi, oltre alla carenza di personale. In Umbria , denunciano i medici umbri, mancano anestesisti e rianimatori, ne servirebbero almeno altri 50-60 per gestire le terapie intensive. Secondo Alvaro Chianella , rappresentante sindacale dell’associazione anestesisti e rianimatori ospedalieri (Aaroi -Emac) ,  ” non si fa niente per trattenere gli specializzandi anestesisti e rianimatori, ai quali si propongono co.co.co e non si erogano i bonus. Così il collega giovane scappa e va da altre parti”. Per questo l’intersindacale di ieri ha chiesto ” assunzioni urgenti anche a costo di anticipare la chiusura dei corsi dell’ultimo anno”, di richiamare coloro che sono andati in pensione con “Quora 100”. Qualcuno si è detto preoccupato per la scelta di un lockdown “dolce” per l’Umbria, in quanto ” se la situazione peggiora rischiamo la catastrofe”. La denuncia finale è che nei mesi di ‘tregua’ non si è fatto quello che era necessario: ora l’Umbria sta ” rincorrendo una seconda ondata ampiamente prevista”.