In Umbria Omicron al 96%: resiste (4%) la variante Delta

In Umbria si registra una prevalenza del 96% della variante Omicron del virus Sars-CoV-2. Un dato riferito al 31 gennaio, leggermente più basso del 99,1% di quello nazionale che presenta comunque una variabilità regionale tra il 95% e il 100%. A indicarlo è l’indagine rapida condotta dall’Istituto superiore di sanità e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler. In Umbria sono stati sequenziati 50 campioni. Due, pari al 4%, sono risultati della variante Delta e 48 Omicron. Nei giorni scorsi, dopo la data di rilevazione dell’Istituto superiore di sanità, la professoressa Antonella Mencacci direttrice della microbiologia dell’Azienda ospedaliera di Perugia aveva spiegato che in Umbria è comunque presente anche la variante Omicron due del virus Sars-CoV-2. E’, quindi, probabile che i casi più severi sono verosimilmente riferibili alla coda della Delta. Dalle osservazioni settimanali è emersa una progressiva riduzione della variante più aggressiva, la Delta, che però non risulta ancora affatto scomparsa. ” Assistiamo a una sorta di rimozione collettiva sulla variante Delta, ma non è scomparsa. Anzi, probabilmente è la principale responsabile dei decessi e dei ricoveri in terapia intensiva”, ha detto diversi giorni fa Roberto Battiston, docente di Fisica all’Università di Trento, con un passato all’Università di Perugia. Insomma, nonostante l’esplosione di Omicron, resta una coda della Delta che colpisce in maniera severa.