Nuova Monteluce, rischio fallimento: tremano decine di imprese . Il silenzio della Regione e il pressing dei creditori.

Una storia che con il tempo si è aggrovigliata che rischia di finire con un fallimento. Difficile da rimettere in ordine, complicata da dipanare. Eppure avrà conseguenze disastrose  con la possibilità concreta che le imprese che fanno parte del consorzio falliscano per aver anticipato i soldi necessari a realizzare l’opera senza ricevere più un euro. E’ la drammatica storia della ” Nuova Monteluce”, il progetto che avrebbe dovuto rilanciare l’area del vecchio Ospedale di Perugia e di un quartiere storico della città. In questi mesi è stato un continuo palleggiarsi di responsabilità, uno scambiarsi di colpe e competenze. Politici che si sono esclusivamente esercitati ad attribuire e addossare colpe senza mai proporre una soluzione. Una vicenda nata male e che rischia di finire peggio. Per il centrodestra  si è trattata di un’operazione sbagliata, per il centrosinistra la Regione è completamente assente.  Fatto sta  che sono decine le imprese umbre che devono avere tre milioni di euro per i lavori fatti e che da quasi due anni non vedono un euro. L’assessore regionale Michele Fioroni ha detto che la giunta  di palazzo Donini sta lavorando  per ottenere una moratoria dei crediti, in attesa di vendere in blocco il complesso di Monteluce, per sanare la situazione con imprenditori e banca. L’obiettivo sarebbe quello di evitare una liquidazione coatta legata alla mancanza di liquidità. I capogruppo Pd in consiglio regionale Tommaso Bori e in comune Sarah Bistocchi, parlano di “inerzia” della giunta Tesei in Regione e Romizi in Comune: ” il fattore tempo è decisivo per evitare il fallimento”.  Ma negli ultimi giorni è stato Mario Riccioni, presidente del consorzio Monteluce, a tornare all’attacco: ” L’assenza della Regione su Monteluce è sconfortante ! “. Ci sarebbe una lettera inviata alla Tesei nei primi giorni di luglio ma palazzo Donini non ha risposto. Con il passare dei giorni il consorzio è sempre più obbligato ad imboccare la strada legale, un’azione giudiziaria  che rischia di lasciare il quartiere in mezzo ad un ‘opera incompiuta.  Il consorzio , intorno al 20 giurno scorso,  chiese alla Regione di battere un colpo per evitare di subire azioni da parte dei creditori, con il rischio dell’apertura delle procedure di fallimento. Da allora però non ci sarebbe stato più alcun confronto.  ” Non comprendiamo davvero questo silenzio assordante che dura da mesi ” , ha confessato lo stesso Mario Riccioni al cune settimane fa al quotidiano ” La Nazione”. Tra l’altro una modifica dello statuto , avvenuta nel 2017, avrebbe consegnato tutta la governance in mano alle banche, con il rischio che l’intervento di completamento dell’opera non sia più prioritario. Senza dimenticare che sulla vicenda si è aperta anche una indagine della Corte dei Conti, sollecitata dal centrodestra, per fare chiarezza nell’operazione del 2016 quando la Regione portò il complesso di Monteluce per un valore di 43,7 milioni di euro nel Fondo le cui quote oggi non valgono nulla. L’accusa che viene rivolta alla Regione e Università è quella di aver assunto un rischio d’impresa, attraverso la creazione di un fondo immobiliare chiuso gestito da un intermediario finanziario. La Regione e l’Università , proprietarie degli immobili e dei terreni su cui essi sorgevano, lì conferirono al neo-costituito Fondo, ricevendo delle quote da esso. Il Fondo avrebbe poi preso dalle banche i capitali necessari a realizzare i nuovi immobili da vendere o locare. L’obiettivo era quello di far aumentare il valore delle quote in modo da realizzare una buona plusvalenza. Per tutta una serie di ragioni ciò non si è verificato e le quote si sono più che deprezzate.