Ospedali in affanno, si passa allo “scenario 5”: slittano interventi e prestazioni. Il vaso di Pandora è scoperchiato

Ampliamento immediato dei posti letto e riconversione di alcuni reparti ordinari. Ferie congelate per tutti, doppi e, a volte, tripli turni per medici e infermieri per compensare, oltre alla carenza di personale, l’assenza di chi ha contratto il Covid o di chi è finito in quarantena per un contatto diretto con un positivo. Il sistema sanitario dell’Umbria, già vittima di una ingiustificata carenza di personale, ora si trova in difficoltà a gestire questa nuova e prevedibile emergenza. La carenza di personale si somma in queste ore all’impatto dei nuovi casi Covid, con il sistema sanitario umbro sottoposto all’ennesimo sforzo straordinario. Dagli ospedali è partita la richiesta di avviare i protocolli d’emergenza  con il trasferimento di una parte del personale sanitario nei reparti Covid. Per adesso è in atto l’attuazione del cosiddetto “Scenario 4” , che prevede l’attivazione complessiva di 197 posti letto dedicati al Covid, di cui 72 all’Ospedale di Perugia, 52 in quello di Terni, 30 all’Ospedale di Città di Castello e 42 in quello di Foligno. Uno scenario che però, con il passare delle ore, è destinato ad essere insufficiente: ieri i pazienti ricoverati in Umbria erano già 187, con Perugia già sopra i 72 posti letto previsti (ieri erano 74 i malati Covid ricoverati) e i restanti ospedali (Terni, Foligno e Città di Castello) appena sotto la soglia. Nelle prossime ore, quindi, si passerà allo “Scenario 5” del piano che prevede un incremento dei posti letto fino a 264 con il coinvolgimento anche dei nosocomi di Spoleto e Pantalla. Per adesso si procederà con un step intermedio che prevede ulteriori 40 posti letto da aggiungere tra il Santa Maria della Misericordia e Branca. Una scelta graduale in attesa di capire come proseguirà la corsa della variante Omicron, che sovrappone la sua velocità di contagio alla maggiore aggressività della Delta. Nel frattempo i sindaci della Media Valle del Tevere continuano a ribadire il proprio dissenso sull’ipotesi di una trasformazione dell’Ospedale di Pantalla in “Covid hospital”. La prima conseguenza è l’ennesimo congelamento degli interventi non urgenti, con prestazioni specialistiche che slittano ancora ai prossimi mesi. Uno scenario drammatico, con un ulteriore peggioramento che sottopone il personale a un enorme carico. Omicron sta scoperchiando come un vaso di Pandora le carenze del sistema sanitario dell’Umbria, con i medici di base presi d’assalto dai propri malati e con le unità speciali di continuità assistenziale (Usca) quasi assenti nella gestione delle cure domiciliari. La pandemia ha messo in luce tutte le fragilità dell’organizzazione sanitaria dell’Umbria, l’assenza di una programmazione e la mancanza di personale. Uno dei migliori sistemi sanitari del Paese sta rischiando di diventare un vero e proprio colabrodo con ripercussioni pesanti sui cittadini dell’Umbria.