Perugia, deposizione di una corona d’alloro per celebrare il Giorno del Ricordo

Si è svolta il 10 febbraio, presso il parco Vittime delle Foibe a Madonna Alta la cerimonia di deposizione di una corona d’alloro per celebrare il Giorno del Ricordo istituito con la legge n. 92 del 30 marzo 2004 con l’obiettivo di conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel dopoguerra e della complessa vicenda del confine orientale.

Presenti l’assessore alla cultura Leonardo Varasano, l’assessore alla sicurezza Luca Merli, il prefetto Armando Gradone, Raffaella Rinaldi del Comitato 10 Febbraio – Perugia, il presidente dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo Franco Papetti, i consiglieri comunali Riccardo Mencaglia, Paolo Befani, Michele Nannarone (FdI), Alessio Fioroni (FI), Roberta Ricci (Misto), Lorenzo Mattioni (Lega), oltre ai rappresentanti della forze dell’ordine.

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“Oggi è un giorno importante – ha spiegato in apertura Leonardo Varasano – perché nel 2024 ricorre il ventennale dell’istituzione con legge del Giorno del Ricordo, una data che abbiamo scelto di celebrare con molteplici eventi in stretta collaborazione con le associazioni e la prefettura”. L’assessore ha sostenuto che le celebrazioni si sono arricchite in questi giorni delle parole, dure, del presidente della Repubblica Mattarella il cui intervento si è concentrato su due temi. Con il primo ha sottolineato che, negli anni, si è lavorato per abbattere il muro del silenzio e dell’oblio sulla vicenda foibe/esodo eretto per oltre 50 anni. Con il secondo ha rimarcato con decisione che non si può derubricare la tragedia del confine orientale ad una vendetta della storia.

“Oggi ci appoggiamo idealmente a quelle parole, segnalando con soddisfazione che questi 20 anni di celebrazioni formali sono stati per l’Italia una vittoria della democrazia che ha consentito di risvegliare una memoria sopita”.

Tante le iniziative in giro per l’Umbria e l’Italia in occasione della ricorrenza del 10 febbraio; tra le tante la partenza da Trieste del treno del ricordo che, fino al 27 febbraio, toccherà molteplici città italiane per arrivare a Taranto. Un treno “simbolo” che riporta alla mente quel treno di tanti anni fa che condusse gli esuli lontano dalla loro terra e che fu, purtroppo, oggetto di offese lungo il tragitto da parte del popolo italiano.

Varasano ha spiegato che negli ultimi 15 anni, anche sotto governi cittadini di diverso “colore” si è fatto molto per celebrare il giorno del Ricordo, in stretta collaborazione con le associazioni, trasformando la cerimonia del parco Vittime delle Foibe in un evento tradizionale. “L’invito è però di non recedere evitando che quel muto di oblio, abbattuto con tanta difficoltà, venga nuovamente eretto”.

Franco Papetti (associazione fiumani nel mondo), dopo aver ringraziato l’Amministrazione comunale per la collaborazione, ha sostenuto quanto sia importante ricordare con forte partecipazione emotiva, perché le foibe e l’esodo sono stati due momenti tragici della nostra storia nazionale della quale, finalmente, sono entrati a far parte formalmente da 20 anni.

Papetti ha espresso rammarico per il fatto che per tanto tempo una vicenda così dolorosa sia stata utilizzata per acuire differenze politiche; al contrario è doveroso ricordare la sofferenza di quelle popolazioni italiane (300mila persone circa) che furono costrette, loro malgrado, ad abbandonare le terre dove erano nate e cresciute.

“Noi fiumani, istriani e dalmati abbiamo dato all’Italia più di quanto abbiamo ricevuto in cambio; eppure abbiamo continuato a portare la nostra italianità nel mondo”.

Nel ricordare, in apertura di intervento, la figura simbolica di Norma Cossetto “la rosa d’Italia”, cui Perugia ha dedicato qualche tempo fa una via a Monteluce, Raffaella Rinaldi del Comitato 10 febbraio ha spiegato che la parola chiave dell’edizione 2024 del giorno del Ricordo è “istituzionalizzazione”, perché proprio quest’anno ricorrono i 20 anni dall’introduzione con legge della ricorrenza. Molto in questi anni è stato fatto, ma è bene non dimenticare che per 70 anni sulla vicenda delle foibe e dell’esodo c’è stata una forma di oblio, con le tragedie degli italiani del confine orientale escluse dai libri di storia.

Oggi questa negazione è stata superata e la storia degli eccidi nelle foibe e dell’esodo è diventata storia d’Italia, appannaggio di tutti e dei giovani in particolare affinché possano conoscerla. “Il nostro pensiero oggi va dunque alle vittime delle foibe ed agli esuli, costretti con la forza a lasciare le loro amate terre, dopo la seconda guerra mondiale e l’armistizio, per avere salva la vita e per consentire la “slavizzazione” di quei territori.

Rinaldi ha concluso dicendo che il lavoro del ricordo non è terminato con le conquiste già ottenute perché vi sono molte vicende, in primis la strage di Vergarolla, che devono essere adeguatamente approfondite ed affrontate affinché tutte le verità storiche sulle stragi possano essere commemorate

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Le celebrazioni proseguiranno giovedì 15 febbraio alle ore 10 al Teatro della Sapienza (via della Sapienza-Centro storico), con lo spettacolo “Autodafè di un esule. Viaggio in Istria”. Una rappresentazione di Teatro di Sacco, testo di Diego Zandel, alla voce Roberto Biselli accompagnato musicalmente da Mirco Bonucci. Un evento realizzato grazie alla preziosa disponibilità della Fondazione Onaosi, con la collaborazione del Teatro di Sacco, del Comitato 10 Febbraio, della Società di Studi Fiumani e dall’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo.