Procuratore generale Sottani attiva sorveglianza sui magistrati di Perugia

Il Procuratore Generale di Perugia Sergio Sottani “ha attivato le proprie funzioni di sorveglianza” in relazione all’indagine sulle centinaia di accessi abusivi alle banche dati dell’antimafia. Lo ha fatto dopo che “sono comparsi sugli organi di informazione degli articoli in cui si riporta il contenuto di interlocuzioni che sarebbero state intrattenute, all’interno della Procura della Repubblica di Perugia, tra un funzionario di cancelleria, sottoposto a procedimento penale per accesso abusivo a sistema informatico, ed alcuni magistrati dello stesso ufficio perugino” spiega in un comunicato. “In questa circostanza, come avvenuto in passato per tutte le altre situazioni analoghe, questo procuratore generale ha attivato le proprie funzioni di sorveglianza sull’attività dei magistrati requirenti del distretto al fine di acquisire ogni elemento utile per consentire, eventualmente, agli organi istituzionalmente competenti di far piena luce sui fatti circostanziatamente segnalati” aggiunge. Sottani parla di “doverosa iniziativa” che si colloca in un momento in cui la procura della Repubblica “è impegnata in una indagine, che è balzata prepotentemente ed in modo deflagrante all’attenzione della pubblica opinione”. Il quadro investigativo raccolto dalla procura perugina, aggiunge Sottani, relativamente a presunti accessi abusivi “da parte di una persona in servizio presso la Direzione nazionale antimafia, è apparso di tale inaudita gravità da indurre ad una inusuale congiunta richiesta di audizione del procuratore della Repubblica unitamente al procuratore nazionale antimafia ed antiterrorismo”. “L’attività di vigilanza – prosegue Sottani – sui rapporti con gli organi di informazione dei procuratori del distretto impone a questo procuratore generale di verificare il corretto bilanciamento tra il doveroso diritto dell’opinione pubblica ad essere informata nella fase delle indagini ed il rispetto della presunzione di innocenza. In conclusione, l’attività di questo procuratore generale, nei rigorosi limiti delle proprie attribuzioni, viene svolta sempre nella duplice direzione di evitare attacchi strumentali alla funzione giudiziaria ed ai magistrati requirenti che la incarnano e, contestualmente, di segnalare agli organi deputati al controllo quelle che potrebbero apparire eventuali anomalie comportamentali nell’esercizio della funzione giurisdizionale”.