Ritorno a scuola, lunedi si parte ma non tutti : i casi di Perugia e Foligno. Cattedre vacanti, ritardi per i banchi e girandola per il sostegno.

Tutti ci sperano ma non tutti ci credono. Lunedì si parte, assicura il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Quasi tutto è pronto anche in Umbria ma gli organici sono tutt’altro che completi. Poi c’è da risolvere ancora il problema dei famigerati banchi monoposto, assicurarsi  che gli scuolabus  siano in regola (potranno riempirsi all’80%) e garantire complessivamente un rientro in sicurezza. Che Dio ce la mandi buona. Alla fine la partenza anche in Umbria sarà un po’ accidentata , ma ci sarà.  Semmai il vero punto interrogativo  riguarda quello che succederà a maratona iniziata, quando i contagi potrebbero allargarsi. Sicuramente non riparte all’ Istituto “Comprensivo 11″ di Perugia che ha deciso il ritorno in aula per giovedì 24, dieci giorni dopo. È quanto ha stabilito il Consiglio di Istituto dei sei plessi della città: infanzia Bibi,  Pestalozzi e Gabelli; le primarie  Pestalozzi e  Gabelli; la secondaria di primo grado Pascoli. ” La sicurezza va garantita”, ha detto la dirigente scolastica Nivella Falaschi. Le ragioni del rinvio sono: il personale di sostegno non ancora assegnato, il personale aggiuntivo Ata e docente non ancora assegnato e , inoltre,  delle quattro sedi scolastiche  ben tre saranno luoghi di seggio elettorale ( in via Sicilia e in via Cotani ci saranno due seggi mentre  via del Fosso ospiterà quattro sezioni elettorali). Poi c’è il problema dei banchi monoposto che ancora non sono arrivati. Nel frattempo alcuni genitori hanno chiesto chiarimenti alla dirigente scolastica soprattutto per il ritardo della comunicazione. Anche a Foligno è a rischio l’inizio dell’anno scolastico in cinque scuole dell’ Istituto comprensivo 3.  Non è stato ancora individuato il reggente ( si parla di Simona Lazzari , almeno così trapela dall’ufficio scolastico regionale ), domani però la dirigente Antonella Iunti dovrebbe procedere ad un affidamento temporaneo dell’incarico a un altro preside. La situazione è comunque delicata in quanto proprio in queste ore il Presidente del Consiglio di Istituto  Massimo Badiali ha denunciato che ancora ” non sono stati adottati i protocolli anti Covid “. A pochi giorni dall’inizio delle lezioni sono, quindi, diversi i problemi da risolvere: individuare un dirigente scolastico temporaneo in assenza del titolare (Laura Carmen Paladino) e l’ adozione delle misure volte a garantire la sicurezza e la salute degli studenti e del personale scolastico”. Per non parlare della carenza degli insegnanti di sostegno, un po’ dovunque. Il nodo è sempre lo stesso: davanti alla scelta  tra i diritti degli studenti portatori di handicap  e quelli dei docenti va a finire  sempre allo stesso modo. Prima vengono i secondi. La traumatizzante girandola di maestri e professori  di sostegno  si è fatta addirittura più vorticosa, schizzando in tre soli anni da 43% al 59%. Una follia , spiega il report sulle difficoltà dei disabili a scuola. Il principio della continuita’ didattica ha una valenza ben diversa per gli alunni di una intera classe o per il singolo alunno con disabilita. Infatti mentre per una intera classe la perdita della continuità  si verifica nel caso piuttosto raro del ricambio totale di tutti gli insegnanti  da un anno all’altro , per un alunno disabile  la non conferma del docente  di sostegno rappresenta, di questa continuità,   la perdita totale. Un problema vitale, ignorato anche in Umbria.  A dispetto della crescita spropositata degli insegnanti di sostegno saliti, coi precari, a 185 mila, pari alla somma  di quasi tutti i militari dell’esercito  e agenti della Polizia di Stato messi insieme.