Corruzione in appalti per grandi opere: nel mirino anche l’imprenditore orvietano Ceprini

Appalti truccati dalla Calabria fino a Roma. Le persone coinvolte nell’inchiesta “Grandi Opere” sono 21, di cui 11 quelle che si trovano momentaneamente in carcere, altre 9 ai domiciliari e per una soltanto è stato disposto l’obbligo di dimora e di presentazione alla p.g.

Nella fitta rete di favori, strette di mano, e truffe – secondo la Procura di Roma, da cui è partita l’indagine – figurano anche noti imprenditori umbri, tra cui l’imprenditore orvietano Ceprini, ed un suo familiare.

Alle 21 persone sono contestati – a vario titolo – i delitti di associazione per delinquere (art. 416 c.p.), corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio (artt. 110, 319 e 321 c.p.) e tentata estorsione (artt. 56, 110 e 629 c.p.).

Intercettazioni telefoniche, ambientali hanno accertato – secondo la Procura – la presenza di una associazione per delinquere finalizzata al compimento di condotte corruttive per l’ottenimento di contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione di diverse opere pubbliche.

Nel mirino della Procura sono rientrati i lavori di una tratta della Tav Milano-Genova, del 6° Macrolotto dell’A3 Salerno-Reggio Calabria e del “Peopole Mover” di Pisa, l’impianto a fune che mette in collegamento l’aeroporto Galileo Galilei con la stazione centrale della città.

L’attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Genova e condotta dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Genova ha fatto luce sull’illecito affidamento dei lavori da parte dei funzionari del General Contractor COCIV a varie imprese esecutrici, nell’ambito della realizzazione della tratta TAV “A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi”, nonché su alcune ipotesi di corruzione ed una singola vicenda di concussione.

L’indagine del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Roma, avviata a febbraio 2015, ricostruisce le condotte illecite del gruppo costituito, organizzato e promosso da colui che – fino al dicembre 2015- era il Direttore dei Lavori nell’ambito delle tre citate opere pubbliche – e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese operante nel ramo delle costruzioni stradali, che si avvale del contributo di altre 9 persone, tra cui anche alcuni funzionari del consorzio COCIV.

In particolare, dall’esame degli elementi probatori raccolti nel corso delle indagini è emerso che il Direttore dei Lavori, nell’ambito delle tre importanti opere pubbliche, ha “messo a disposizione” la sua funzione pubblica in favore di alcune imprese impegnate ad eseguire i lavori, ottenendo in cambio commesse e subappalti in favore di società riferibili di fatto a lui stesso ed all’imprenditore calabrese.

Inoltre, è stata accertata l’esistenza di rapporti corruttivi intrattenuti dal direttore dei lavori con i vertici dei General Contractor che si occupano della realizzazione delle tre grandi opere pubbliche.

Si è appurato, difatti, che i rappresentanti dei Contraenti Generali COCIV e REGGIO CALABRIA – SCILLA s.c.p.a., nonché del concessionario PISAMOVER S.p.a. da un lato hanno coperto gli accordi illeciti realizzati dal Direttore dei Lavori con le imprese sub-affidatarie dei lavori e, dall’altro, promesso allo stesso utilità, sotto forma di commesse in favore di società riferibili a lui ed al suo socio calabrese, quale contropartita per la sua disponibilità ad adottare provvedimenti favorevoli ai General Contractors/Concessionari da loro stessi amministrati.

E’ stato altresì acclarato che, in una prima fase, il Direttore dei Lavori, mettendo a disposizione dei General Contractors e dei subappaltatori la propria qualifica di pubblico ufficiale, ha ricevuto utilità sotto forma di importanti commesse e/o promesse di commesse in favore di società riconducibili al proprietario ed amministratore (anche lui destinatario di O.C.C. in carcere) di SINTEL ENGINEERING Srl,, società per conto della quale svolgeva le funzioni di Direttore dei Lavori.

Successivamente, il Direttore dei Lavori ha deciso di praticare in proprio il sistema, ormai collaudato, per favorire le società a lui direttamente riconducibili anziché quelle del suo capo.

Ulteriori risultanze investigative attestano che i promotori del sodalizio avevano già esteso le loro attività criminali – facendo ricorso al medesimo modus operandi – alla realizzazione di altre opere pubbliche, quali la Stazione per l’Alta Velocità di Firenze ed alcuni lavori stradali nel Comune di Asti.

Il sodalizio capeggiato dal Direttore dei Lavori e dal suo socio imprenditore calabrese è riuscito, quindi, ad ottenere dalle ditte esecutrici dei lavori contratti – tra consulenze, commesse e forniture – per un importo complessivo di oltre 5 milioni di euro a favore delle aziende a loro riconducibili, quale frutto delle operazioni corruttive, con la complicità dei funzionari e dirigenti del General Contractor COCIV.

 

 

 

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