Salviamo la sanità pubblica, in Umbria quasi 100 mila persone senza assistenza primaria
“Molta della popolazione in Umbria, quasi 100 mila cittadini, non ha più neanche l’assistenza primaria”. E’ il commento di Giovanni Lovaglio, portavoce intersindacale Medica dell’Umbria. “Salviamo la sanità pubblica dalla deriva “, è stato il tema di un’assemblea nella quale medici, veterinari e dirigenti sanitari appartenenti a otto sigle sindacali hanno tenuto questa mattina a Perugia. Un sistema sanitario ” in lenta decadenza e sempre più verso la sua fine, con un impoverimento progressivo forse non più sanabile, che deve tornare ad essere unico, equo e pubblico”. L’appuntamento, a cui hanno partecipato alcune associazioni dei cittadini e rappresentanti delle istituzioni locali e regionali, ha acceso i riflettori sulle criticità della sanità in tutta Italia. “Manifestiamo – ha spiegato Giovanni Lovaglio – contro una demolizione scientifica e sistematica del Sistema sanitario nazionale. Un percorso che non inizia adesso, ma parte da lontano e dalla riforma De Lorenzo del 1992. C’è un percorso politico senza colori che ha portato a una deriva neoliberista che ha messo in mano al mercato il sistema sanitario nazionale e che vuole portare la sanità verso i privati”. I protagonisti dell’assemblea di questa mattina hanno quindi affrontato nel dettaglio temi e argomenti specifici che a loro avviso rappresentano le maggiori criticità della Sanità regionale. Una “marea di criticità”, è stato sottolineato. In particolare, facendo riferimento ai dati, si è parlato ” di sotto-finanziamento” del Sistema sanitario nazionale, di “carenza di personale e inadeguatezza” del parco tecnologico, di liste d’attesa, di “instabilità politico-istituzionale” del Sistema sanitario regionale, di programmazione sanitaria regionale e di convenzione Regione-Università, del rapporto tra sanità pubblica e privata. E’ stato, inoltre, affrontato il tema della “inadeguatezza” delle strutture sanitarie.