Sospensione del congresso Pd Umbria, i punti di vista dei candidati alla segreteria

PERUGIA – A causa del covid è stato sospeso anche il Congresso del PD Umbria. “Finalmente, dopo settimane hanno tutti compreso che il congresso regionale non si può svolgere in questa situazione di drammatico aumento dei casi Covid-19 in Italia e, soprattutto, in Umbria”. Scrivono in una nota Francesco De Rebotti, Massimiliano Presciutti, Carlo Elia Schoen ed Alessandro Torrini. Tutti candidati alla segreteria regionale tranne Schoen.
“Ci fa piacere – proseguono – che prevalga il buon senso e che tutta la comunità del PD umbro converga nell’adottare il principio di precauzione. In questo momento tutti i dirigenti e i rappresentanti istituzionali del Partito Democratico, ciascuno secondo le proprie responsabilità, devono produrre il massimo sforzo possibile per contribuire a risolvere i gravi problemi – sanitari, sociali ed economici – che ci pone la pandemia. Proprio per concentrarci sui nostri doveri politici ed istituzionali noi nei giorni scorsi avevamo autosospeso la nostra campagna congressuale. Come era facilmente prevedibile, i congressi del PD sono stati sospesi anche nelle altre regioni italiane dove erano previsti. Chiaramente, le modalità della sospensione del nostro congresso regionale e le forme secondo le quali si organizzerà il partito umbro nel corso di questa seconda ondata pandemica, saranno decise nelle sedi e dagli organismi competenti”.
“Il lavoro di questi mesi – concludono De Rebotti, Presciutti, Schoen e Torrini – è certamente stato utile. Gli iscritti del PD hanno cominciato a capire dove si annidano le troppe ipocrisie. Cresce nel PD la voglia di partecipare ad una comunità inclusiva e plurale. Di uscire dalla retorica delle frasi fatte per stare nella concretezza delle cose da fare. Ci sembra sia un primo importante risultato. Continueremo nei prossimi mesi a fare attività politica e amministrativa come sempre abbiamo fatto, dalla parte dei cittadini”.
Dall’altra parte il quarto candidato al ruolo di segretario, Tommaso Bori, si affida alla sua pagina Facebook per scrivere: “Il Partito Democratico dell’Umbria è ormai vicinissimo ad una svolta: la necessità politica di svolgere i Congressi rimane. Anzi, di giorno in giorno si registra una crescente richiesta di cambiare marcia dal basso. I territori, i militanti e gli amministratori stanno mettendo in campo una grande voglia di riscatto.
Nonostante i continui attacchi ricevuti e malgrado una battaglia strumentale sulle regole, che alcuni hanno pianificato e praticato dal principio al solo scopo di delegittimare o, addirittura, far saltare un congresso che arriva tardivo e che è stato già rimandato troppe volte, noi abbiamo continuato a lavorare, a fare politica come sappiamo fare, tra la gente, pensando al futuro e al bene dell’Umbria e della comunità del Partito Democratico.
In questo tempo difficile, permeato da paure e speranze, ci siamo impegnati, al contrario di altri, per favorire un confronto costruttivo, ordinato e in linea con le regole che questa drammatica epidemia ci ha imposto. E oggi più che mai c’è bisogno di comportamenti responsabili e non piegati ad una battaglia politica o, peggio, personale, così da assicurare forme di partecipazione che non comportino alcun rischio per la salute pubblica. Riteniamo dunque indispensabile mettere in campo tutte le energie, le competenze e il tempo necessario non per accampare scuse e provare a spostare il congresso sine die per l’ennesima volta, ma per adeguare i nostri modelli organizzativi e le nostre regole interne. Per scongiurare il rischio che questa pandemia arrivi anche a comprimere gli spazi di democrazia e a condizionare le funzioni di direzione politica locale e nazionale. Che oggi, con la ripresa dell’emergenza sanitaria, sono indispensabili più di ieri. Ai partiti viene chiesto uno sforzo di resilienza, così come accade al resto della società, e noi per primi dovremmo sfruttare questo tempo per sperimentare nuove forme di partecipazione come avviene in tutte le realtà organizzate. Il Congresso è iniziato da mesi ed è in atto, noi chiediamo e riteniamo opportuno che venga congelato, ma non fermato: congelare il congresso umbro, non significhi però annullarlo. Occorre mantenere le regole che ci siamo dati, aggiornando le modalità di discussione e di voto, preservare il tesseramento e i candidati che sono già in campo, compresa l’estesa platea di iscritti presenti in lista. Altrimenti si vanificherebbe il lavoro e l’impegno messo in campo fino ad oggi. Ma soprattutto è necessario smettere di schiacciare il dibattito su ruoli e incarichi, spostando l’attenzione sui temi, i progetti e le idee per il PD e per l’Umbria, così come noi abbiamo tentato di fare sin dal primo giorno. Perché non possiamo più permetterci un Partito Democratico privo di organismi legittimati, di partecipazione collettiva e di scelte condivise, come purtroppo avviene da oltre un anno e mezzo.  Nel dibattito congressuale, in cui si sono registrati toni fuori luogo e modi inaccettabili, abbiamo bisogno di arbitri e non di tifosi o, peggio ancora, di giocatori in campo. A garanzia di tutti servono figure nuove e super partes che si facciano carico della complessa gestione politica ed organizzativa di questa fase di ulteriore transizione, che agiscano senza retropensieri o interessi di bottega e che ci portino fuori da un commissariamento fuori da ogni regola statutaria e durato, ormai, oltre ogni limite consentito. In queste settimane, nel corso dei tanti incontri organizzati in tutta l’Umbria, è stata costantemente rappresentata più forte l’esigenza di tornare ad avere un luogo di discussione legittimato dagli iscritti, insieme ad un nuovo gruppo dirigente in grado di voltare pagina e ridare dignità e speranza alla comunità democratica. C’è la necessità di ricostruire un partito forte, che aiuti non solo a fare opposizione, ma anche a costruire un progetto e un’alternativa credibile a questa destra, ovvero, ciò che è mancato da quando siamo diventati forza di minoranza in regione e in tanti comuni umbri. Serve un’idea altrettanto forte per sostenere il lavoro dei nostri Sindaci e amministratori, oltre che per preparare al meglio i prossimi appuntamenti elettorali.  Ma data la recrudescenza della pandemia e la recente impennata dei contagi, serve ora un gesto di responsabilità collettiva, che porti a valutare il congelamento momentaneo dei congressi senza che con ciò, si arrivi a vanificare il lavoro compiuto in questi mesi e ad arrestare il percorso di discussione e confronto già avviato. Da parte nostra ci metteremo tutto l’impegno a non interrompere questo dialogo aperto con la comunità degli iscritti, e a proseguirlo ed ampliarlo attraverso l’ausilio delle tecnologie digitali: lo chiameremo “Aspettando il Congresso: insieme, voltiamo pagina”. Noi saremo in campo, senza interessi o tornaconti, ma con più impegno e passione di prima”.