Timori per il picco dei casi: l ‘Rt dell’Umbria cresce ancora. I vertici della sanita’ umbra lanciano l’ allarme.

Davanti all’escalation dei contagi anche in Umbria , ieri 151 , si torna a temere una seconda ondata di coronavirus. Vedremo oggi quali dati usciranno dal bollettino ma i timori sono tanti e nessuno si sente di escludere ulteriori misure per evitare i rischi di tornare indietro. L’ ordinanza decisa dalla Tesei , dopo il parere non vincolante arrivato dal comitato tecnico di Palazzo Chigi, richiesto dalla stessa Regione, prevede che le manifestazioni fieristiche e mercati, sagre e luna park, possono essere autorizzate purché non superino le 500 persone. Una decisione che molti esperti non condividono ritenendola pericolosa per la sicurezza dei cittadini. Anche perché l’ Umbria è attualmente una di quelle regioni italiane con l’ Rt sopra 1, quindi a forte rischio  di aumento rapido dei contagi. Tra l’ altro è stato lo stesso direttore regionale della sanità  Claudio Dario a dire che ” ci sono tutti gli elementi che fanno temere che il contagio nei prossimi due mesi raggiunga lo stesso livello di primavera ( in realtà i 151 positivi di ieri non sono mai stati raggiunti durante l’ emergenza,ndr) , mentre il numero complessivo dei positivi è destinato a crescere ancora”. Ma non solo , il commissario regionale ped l’ emergenza Covid ha detto – sempre ieri – che ” dobbiamo prepararci a riorganizzare gli ospedali anche con le eventuali interruzioni delle attività ordinarie”. Ebbene i vertici della sanità umbra lanciano senza troppi giri di parole l’ allarme Covid in Umbria e la Presidente della Regione autorizza manifestazioni con 500 persone. Una decisione che si porta dietro tanti rischi e diverse contraddizioni. Tutto questo mentre il governo pensa di vietare le aggregazioni di fronte a bar, ristoranti, e in tutti i locali, e prevede che non si potrà stare in piedi all’aperto  come accade in piazze e strade. Una scelta , quella della Presidente Tesei, che onestamente si fa fatica a comprendere soprattutto in considerazione del rapporto della cabina di regia nazionale che per la prima volta parla ” di criticità significativa”. Cinquecento persone, sia pure scaglionati, non sono poche visto l’indice Rt che nella settimana 28 settembre/4 ottobre  per l’ Umbria è sopra 1, per l’ esattezza 1, 12 con 13 Regioni ( Lombardia, Marche, Emilia Romagna, Toscana, Sardegna e altre)  che stanno meglio della nostra. Per fare capire meglio la situazione basta semplicemente dire che le due regioni – Lazio e Campania- che ogni rappresentano la criticità più elevata registrano un indice Rt rispettivamente di 1,16 e 1,24. Tra l’ altro c’è un altro dato che preoccupa molto : in Umbria in una settimana i casi sono raddoppiati (+95%). Per non parlare dell’aumento dell’età media dei contagiati che è passata a 39 anni mentre a inizio agosto era di 21.