Trapianti midollo, importante studio degli scienziati perugini nel contrasto alle infezioni

Uno studio riguardante il ruolo di una molecola, la beta 2 microglobulina, nel contrasto alle infezioni nei trapiantati di midollo, è stato realizzato da una squadra di ricercatori del Programma trapianto di cellule staminali ematopoietiche della sezione di Ematologia ed Immunologia clinica del dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Perugia e della struttura complessa di Ematologia con Trapianto midollo osseo dell’Azienda ospedaliera di Perugia, diretta dalla professoressa Cristina Mecucci. La ricerca, coordinata dalla dottoressa Loredana Ruggeri e dal professor Andrea Velardi, realizzata in collaborazione con i colleghi del Programma trapianto, di altri dipartimenti dell’ateneo perugino e di alcune istituzioni italiane, europee e statunitensi, è stato pubblicato dalla rivista scientifica Blood, organo ufficiale della Società americana di ematologia. “Lo studio – spiegano gli autori – dimostra in modelli pre-clinici di trapianto, cioè in trapianti nel topo o con cellule umane in provetta, come le cellule ‘natural killer’ del donatore possono accelerare in modo sorprendente la ricostruzione delle difese immunitarie contro le infezioni. Il meccanismo attraverso il quale questo avviene è esso stesso un’importante scoperta biologica, perché vede come protagonista una molecola, la beta 2 microglobulina, totalmente sconosciuta rispetto a tale capacità di accelerare la ricostruzione dell’immunità. Circa 20 anni fa fu scoperto il ruolo decisivo che una componente del sistema immunitario del donatore – cellule natural killer – ha nella eradicazione della leucemia, con importanti ricadute in termini di riduzione del rischio di recidiva leucemica e miglioramento del numero di pazienti curati definitivamente”. Lo studio si inserisce nella visione terapeutica  frutto della scuola scientifica del professore emerito dell’Università degli Studi di Perugia Massimo Fabrizio Martelli. Obiettivo fondamentale sono la comprensione e l’uso clinico delle componenti del sistema immunitario del donatore trasferibili dal sangue del donatore al ricevente, allo scopo di eradicare la leucemia con un intervento ben focalizzato, risparmiando al massimo gli effetti indesiderati.