Umbria, aumenta il costo della vita e diminuisce il potere di acquisto delle famiglie

Non solo l’economia umbra rallenta notevolmente ma la fotografia consegnata ieri da Banca d’Italia mette in rilievo altre tre criticità molto serie. La prima riguarda i salari dei lavoratori umbri che restano tra i più bassi d’Italia. Un dato che si aggiunge all’alto tasso di inflazione. Una vera e propria tagliola sulla testa delle famiglie umbre costrette, con un basso potere di acquisto, a fare fronte all’aumento del costo della vita.  Nella classifica stilata dall’Unione nazionale dei consumatori, in base ai dati dell’Istat, l’Umbria è la seconda regione italiana dove la crescita dei prezzi è stata più rilevante. Solo la Valle d’Aosta registra un aggravio maggiore. L’Umbria viene subito dopo con un’inflazione annua +2,4% che implica un aumento medio del costo della vita pari a 542 euro a famiglia. Prendendo le singole città Perugia (+2,5%, pari a 574 euro) si classifica tra le prime dieci città italiane  con maggiori rincari, esattamente al nono posto. Contemporaneamente i depositi delle famiglie sono diminuiti, così come quelli delle imprese (-3,1%). I consumi rallentano dal +5,5% del 2022 al +1% mentre l’inflazione è ben sopra la media nazionale. Il calo del potere di acquisto delle famiglie umbre comporta come prima conseguenza il crollo dei consumi con il settore del commercio che peggiora la situazione già difficile.