Ambiente e vivibilità: male Perugia e Terni. Legambiente: “Il peggior risultato degli ultimi anni”

“Perugia e Terni sono ingessate, statiche e pigre, incapaci di rinnovarsi e crescere in sostenibilità”. Lo rivela la ventiduesima edizione di Ecosistema Urbano, la ricerca di Legambiente realizzata in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulla vivibilità ambientale dei capoluoghi di provincia italiani. “I passi avanti fatti – sostiene Legambiente – sono troppo pochi: si registrano troppo lievi performance positive sul fronte della raccolta differenziata, nessun miglioramento degli sforamenti nelle concentrazioni di biossido di azoto, di polveri sottili e di ozono, manca completamente il coraggio e la voglia di intervenire sulle politiche per la mobilità riducendo il traffico veicolare e puntando sulla mobilità nuova”. Nella classifica, pubblica oggi dal quotidiano economico, Perugia si piazza al 25esimo posto e Terni al 48esimo. Per Legambiente è il peggior risultato degli ultimi anni per i due capoluoghi.

Quest’anno a guidare la classifica nazionale sono: Verbania, Trento, Belluno, Bolzano, Macerata e Oristano. Nel complesso i protagonisti delle performance migliori sono i piccoli capoluoghi tutti al di sotto degli 80mila abitanti (Verbania, Belluno, Macerata, Oristano, Sondrio, Mantova, Pordenone) oppure le solite Trento e Bolzano, centri di medie dimensioni (con abitanti compresi tra 80mila e 200mila), e soltanto una grande città: Venezia. In testa c’è prevalentemente il nord del Paese assieme con due città del centro Italia, entrambi piccoli centri, la marchigiana Macerata e la sarda Oristano. Le peggiori invece (le ultime cinque) sono tutte città del meridione, tre grandi e due piccole: la calabrese Vibo Valentia (101) e le siciliane Catania (100), Palermo (102), Agrigento (103) e Messina (104).

“Questi risultati – commenta Legambiente Umbria – confermano l’inerzia delle amministrazioni di Perugia e Terni. Ormai sappiamo quali sono le malattie croniche di queste due città, ma le Amministrazioni preferiscono organizzare convegni e dibattiti, invece di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per individuare possibili soluzioni e investire energie e risorse su politiche di innovazione urbana e di miglioramento della vita dei cittadini”.
“La raccolta differenziata non decolla soprattutto non è di qualità, ma questo è purtroppo ovvio se si continua ad avere un modello centrato sulle discariche e si predilige un sistema di raccolta di prossimità. Il bubbone nero rimane la mobilità e quello che ne consegue anche per quanto riguarda la qualità dell’aria. Qui nulla si muove: il tasso medio di motorizzazione dei due capoluoghi umbri rimane invariato, così come le piste ciclabili e le isole pedonali. Alle ZTL si prediligono i parcheggi nel centro storico. Invece di mobilità nuova, si sceglie la libera circolazione delle auto. Il prossimo anno, di questo passo – conclude Legambiente Umbria – Perugia e Terni si ritroveranno in coda alla classifica”.

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