Andamento economico nel ternano: i dati della Prefettura

Nel primo semestre 2018 l’andamento dell’attività economica nella provincia di Terni presenta segno positivo in quasi tutti gli aspetti analizzati. Le indicazioni di ripresa risultano, però, disomogenee in quanto a intensità e continuità.
Si assiste ad un aumento del numero delle imprese attive iscritte nei registri camerali, anche se in misura contenuta. Come in passato, la crescita delle attività imprenditoriali interessa il settore dei servizi mentre sono ancora in calo le unità produttive della manifattura e delle costruzioni.
Per quanto riguarda il commercio con l’estero, il primo semestre del 2018 mostra una ripresa sia delle importazioni che delle esportazioni. Le vendite sui mercati extra-nazionali sono consistenti nel made in Italy e nella chimica.
Secondo i risultati dell’indagine Istat, nel periodo di riferimento il mercato del lavoro mostra moderati segnali di crescita con un aumento degli occupati e una diminuzione delle persone in cerca di lavoro. L’andamento positivo dell’occupazione trova conferma nella crescita degli avviamenti attivati presso i Centri per l’impiego, limitatamente ai lavoratori italiani.
Il ricorso alla cassa integrazione guadagni registra una diminuzione delle ore autorizzate sia ordinarie che straordinarie mentre si azzerano gli interventi autorizzativi di cassa in deroga.
Con riferimento al credito, si interrompe la crescita dei finanziamenti a favore delle imprese e diminuisce la quota delle esposizioni deteriorate. Il numero dei protesti si riduce sia come consistenza che come valore.
Indicazioni positive provengono, infine, dal settore turistico, caratterizzato da una ripresa degli arrivi e delle presenze dei clienti, soprattutto stranieri.

Il Prospetto 1.1 consente un confronto tra i principali indicatori economici nella Provincia di Terni, l’Umbria e l’Italia al 30 giugno 2018. Il numero delle imprese attive nella provincia di Terni registra una crescita tendenziale maggiore rispetto a quella che si verifica nel complesso della regione (dove il trend è negativo) e del Paese; nel periodo gennaio-giugno 2018 il saldo iscrizioni-cancellazioni nei registri camerali è positivo e più elevato del valore medio nazionale mentre in Umbria si è in presenza di un saldo negativo. Il numero dei fallimenti per 1.000 imprese attive è di poco superiore a quello sia regionale che nazionale. Sempre nel primo semestre 2018, a Terni le esportazioni segnano un lieve incremento, più contenuto rispetto a quello registrato nella regione e in linea con quello medio nazionale. Il saldo commerciale, rispetto al totale degli scambi, risulta inferiore a quello umbro e italiano. Gli occupati aumentano più che nella regione, ma con intensità inferiore rispetto al complesso del Paese. La provincia registra un tasso di occupazione superiore a quello nazionale ma inferiore a quello umbro. Il tasso di disoccupazione è inferiore a quello sia regionale che nazionale. Le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni diminuiscono in modo meno accentuato rispetto all’andamento regionale e nazionale. La variazione dei prestiti bancari risulta nulla contro un andamento positivo regionale e nazionale; il flusso dei nuovi prestiti bancari deteriorati (per il tasso di deterioramento si veda il glossario) è, invece, superiore.

In base ai dati del registro imprese della Camera di commercio di Terni, nei primi due trimestri del 2018, il numero d’imprese attive è, rispettivamente, di 18.207 e 18.349 unità, con un incremento pari, rispettivamente, a 54 e 60 unità (+0,3 per cento in entrambi i periodi) rispetto allo stesso periodo del 2017 (Figura 1.1). L’andamento riprende il segno positivo avviato nel 2016 e che era stato interrotto nell’anno successivo in conseguenza di una consistente operazione di riallineamento dell’archivio camerale che ha comportato la cancellazione d’ufficio di quasi mille unità.

CatturaNei due trimestri presi in esame (Tavola 1.1) continua la flessione tendenziale delle imprese collocate nei settori più maturi: manifattura (-1,6 per cento nel primo trimestre e -2,0 per cento nel secondo), commercio (-0,3 per cento e -0,2 per cento rispettivamente), servizi di alloggio e ristorazione (-0,9 per cento e -1,3 per cento). Riguardo al settore delle costruzioni, nei prima metà del 2018 si interrompe la tendenza alla contrazione continua che aveva caratterizzato gli anni precedenti. Sono invece, in crescita le imprese che operano in altri settori del terziario – orientato sia ai servizi delle famiglie che delle imprese – dove sono maggiori le possibilità di avviare attività che intercettino una domanda crescente o nuova. In particolare segnano una variazione positiva le attività finanziarie e assicurative (+3,7 per cento e +5,7 per cento); immobiliari (3,5 per cento e 2,9 per cento); professionali, scientifiche e tecniche (+1,8 per cento e +3,6 per cento), artistiche, sportive, di intrattenimento e diverse (+4,3 per cento e +4,2 per cento). Con riferimento alla forma giuridica delle imprese, nel 1° e 2° trimestre si segnala – in linea con l’andamento già riscontrato nei trimestri precedenti – un aumento tendenziale delle società di capitale (+5,7 e +5,8 per cento) e una contrazione delle società di persone (-6,0 e -5,6 per cento); rimane, invece, stabile l’ammontare delle imprese individuali. Relativamente alle aree territoriali sub provinciali (per la composizione si veda la guida alla lettura), nei primi due trimestri dell’anno 2018 (Tavola 1.2) si registra una variazione tendenziale negativa nel comprensorio Amerino-Narnese che interessa tutti i comparti tranne quello dei servizi diversi da commercio e ristorazione.

Nei territori di Terni e Orvieto si osserva una leggera crescita delle imprese trainata dall’agricoltura e dal terziario.2

Nel corso del 1° e 2° trimestre 2018, con riferimento al complesso delle imprese – attive e non attive – registrate negli archivi camerali, il numero delle nuove iscrizioni (728) è stato superiore a quello delle cessazioni (686). Il saldo positivo, pari a 42 unità, si realizza esclusivamente nel secondo trimestre. Di segno opposto il primo trimestre a causa delle periodiche cancellazioni di ufficio che lo caratterizzano.

L’aumento complessivo degli scambi con l’estero è trainato da quello dei metalli di base e prodotti in metallo (+12,5 per cento le importazioni e +2,3 per cento le esportazioni) che pesano, rispettivamente, per il 50% e il 35% delle due voci di scambio. Tra gli altri settori con un’elevata incidenza, in termini di valore, negli scambi con l’estero del territorio provinciale, il primo semestre 2018 è caratterizzato da una flessione delle importazioni di prodotti chimici (-6,5 per cento) e di macchinari (-5,0%) e da una crescita delle esportazioni dei prodotti in plastica e gomma (+17,3 per cento), del tessile e abbigliamento (+3,7%) e dell’alimentare (+6,9%). Nei settori dell’elettronica, dei mezzi di trasporto e del trattamento dei rifiuti, le importazioni risultano in espansione mentre le esportazioni si riducono. Nel 1° semestre del 2018 il saldo degli scambi con l’estero è positivo per una cifra pari a quasi 46 milioni di euro. L’attivo è circa un terzo rispetto a quello registrato nello stesso periodo del 2017 e si concentra nel primo trimestre. Nel secondo trimestre la bilancia commerciale assume, dopo oltre quattro anni, segno negativo (Figura 1.4). Nella prima metà del 2018 il volume degli scambi è più elevato rispetto ai livelli medi del quadriennio precedente.

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