Ast, i sindacati: “L’indotto rischia di cadere nel dimenticatoio. Serve un accordo sugli appalti”

TERNI – Cambia il management dell’Ast ma certe questioni restano sul tavolo a cominciare dalle problematiche dell’indotto. A tornare alla carica è il coordinatore Cgil per le Rsu/Rsa dell’indotto Ast, Alessandro Rampiconi. “In queste ore dove si sta ridisegnando il management di Ast, al di là del tifo e delle speranze di qualche addetto ai lavori – dice Rampiconi – vogliamo ricordare che dall’accordo del 3 dicembre 2014 abbiamo ancora da risolvere la vicenda dell’indotto Ast che rischia di cadere nel dimenticatoio. Sarebbe utile capire se il cambio deciso dall’AD di Ast sia anche in funzione per un cambio di passo rispetto al sistema degli appalti di viale Brin, che ha iniziato a fibrillare durante la vertenza e ancora non si è fermato. La causa della fibrillazione va ascritta ad un atteggiamento ondivago di Ast e da una minimizzazione da parte delle ditte interessate alla discussione dei capitolati”.

Rampiconi ricorda che “dietro al sistema degli appalti ci sono i lavoratori e le loro famiglie, molte delle quale si trovano in un sostanziale disagio causato dalla perdita del lavoro, o qualche volta da un significativo peggioramento delle condizioni. Anche le istituzioni locali – aggiunge – che avevano portato un contributo per la definizione dell’accordo è ora che sostanzino quanto dichiarato. Oltre 300 lavoratori sono stati espulsi dal ciclo produttivo e a tutt’oggi non hanno avuto risposte in merito. Senza contare l’abbandono dei lavoratori in sub-appalto che come sempre sfuggono alle statiche ed alle eventuali misure per salvaguardare l’occupazione e le professionalità”.

Rimane insoluta la vicenda dell’Ise che ha subito una internalizzazione da parte della committente Ilserv, più volte trattata anche in Prefettura e bruscamente interrotta “per la mancanza di volontà della committente – dice Rampiconi – che non ha voluto ascoltare le possibilità proposte, per lenire almeno in parte la sofferenza di 9 lavoratori che finiranno la cassa in deroga e si ritroveranno senza altri ammortizzatori sociali conservativi. L’Ise rappresenta un esempio senz’altro negativo di come si debba affrontare la problematica, servono soluzioni per mantenere quanto previsto dagli accordi sottoscritti, sapendo che serve anche un quadro generale di rifermento. Per questo – conclude il sindacalista – non ci stancheremo mai di chiedere l’attivazione di un tavolo prefettizio per giungere ad un accordo che regolamenti il sistema degli appalti in Ast e nella provincia di Terni”.

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