Ast, è muro contro muro, le Rsu incalzano l’azienda: “Sospendere subito il piano unilaterale di riorganizzazione, sicurezza a rischio”

TERNI – Sospendere immediatamente il piano di riorganizzazione varato unilateralmente da Tk-Ast e aprire un vero confronto con la Rsu e le organizzazioni sindacali, come previsto nell’accordo siglato il 3 dicembre 2014 al Mise e come sempre avvenuto in 130 anni di storia delle acciaierie di Terni.

È questa la richiesta che le Rsu di Ast Terni hanno lanciato stamattina per denunciare “il muro” sollevato dalla dirigenza aziendale che ha annunciato l’applicazione, già da lunedì 2 marzo, della nuova organizzazione interna, senza alcun confronto di merito – denunciano le Rsu – con i rappresentanti dei lavoratori. Una riorganizzazione che – affermano i delegati di Fiom, Fim, Uilm, Fismic e Ugl – presenta tra l’altro gravi lacune su aspetti fondamentali come quello della sicurezza e dell’incolumità dei lavoratori, delle manutenzioni (gravi carenze nell’acquisto dei pezzi di ricambio) e della salvaguardia degli impianti. Tutti elementi che, peraltro, hanno ricadute negative sulla qualità del prodotto.

L’accordo del 3 dicembre parlava di investimenti sull’organizzazione del lavoro, l’efficienza degli impianti, l’innovazione tecnologica e la qualità del prodotto – ricordano ancora i rappresentanti dei lavoratori – ma di questo nel progetto di riorganizzazione presentato dall’azienda non c’è traccia. E con questo tipo di organizzazione, è impossibile – dicono ancora le Rsu – raggiungere l’obiettivo del milione di tonnellate, previsto nell’accordo di Roma.

Di fronte a questo atteggiamento “inaccettabile” dell’azienda – che peraltro “cambia faccia a secondo dell’interlocutore che ha davanti, rappresentanze interne, segreterie sindacali o parlamento – le Rsu annunciano che già da lunedì, se non ci sarà un passo indietro, sono pronte a mettere in campo “tutte le iniziative possibili, senza alcun timore anche rispetto alle minacce dell’azienda” per contrastare le decisioni unilaterali del management. “Da lunedì torneremo in fabbrica aspettandoci una risposta da l’azienda, per poi aprire una campagna di assemblee con i lavoratori per condividere le azioni da intraprendere”, hanno detto ancora i delegati sindacali, che contemporaneamente saranno impegnati in un controllo a tappeto all’interno dell’azienda per valutare quello che succederà sulle linee e sugli impianti.

Intanto, il 3 marzo è fissato un confronto con le organizzazioni sindacali nazionali.

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