Ast, la trattativa si interrompe alle 4.15, rinvio al 7 ottobre

Una nottata di trattativa inutile. Alle 4.15 il negoziato per l’Ast si è interrotto. Le parti non sono riuscite a trovare una mediazione e il tavolo si è aggiornato a martedì 7. Nel frattempo la mobilità per i 550 lavoratori resta sospesa fino a quella data. La nottata si è consumata tra notizie contrastanti. Prima del rinvio l’ennesimo faccia a faccia tra l’ad Morselli e il ministro Guidi mentre la trattativa collettiva era ripresa poco prima delle 23 dopo una lunga sospensione. In quell’arco di tempo le parti hanno avuto l’opportunità di valutare la proposta di compromesso del ministro Guidi a cui è affidato il compito di salvare la trattativa. Secondo quanto si è potuto apprendere l’azienda ha chiesto di ridurre il salario integrativo da 15 milioni a 3 e il ministro Guidi avrebbe proposto una cifra a metà strada in cambio di un massimo di 200 esuberi. Il condizionale è comunque d’obbligo.

Azienda da un lato e sindacati (nazionali e locali) hanno valutato separatamente la proposta, quindi si sono ritrovati intorno allo stesso tavolo per formulare le controdeduzioni. Difficile ipotizzare la piega che prenderà ora la trattativa. Molto dipenderà da quanto l’azienda sarà disponibile a cedere. Da indiscrezioni pare che le parti siano ancora lontane.

Quello che sta compiendo il ministro Guidi è un estremo tentativo di salvare un negoziato che oggi pomeriggio ha vissuto la sua fase più delicata. E’ bastato che l’azienda riproponesse sul tavolo della trattativa lo spegnimento del secondo forno e i costi del lavoro per far saltare tutto o quasi. Le parti sono arrivate a un filo dalla rottura. L’Ad Morselli ha reiterato la richiesta di abbassare a 12 milioni di euro il costo del lavoro e di ridurre il numero degli esuberi a patto di tagliare il contratto integrativo che si tradurrebbe in una contrazione del salario, compresi gli straordinari e il lavoro domenicale. I sindacati dal canto loro hanno ribadito la richiesta di discutere il piano industriale. La tensione è salita alle stelle mentre i rappresentanti dei ministeri dello sviluppo economico e del lavoro hanno tentato la mediazione e poi sono andati a riferire al ministro Guidi che nel frattempo si era ritirata in un’altra stanza con i rappresentanti delle istituzioni locali.

Intanto a Terni, dove le notizie giungono frammentarie e con il contagocce, sale la preoccupazione tra i lavoratori per l’esito dell’incontro. Se non si raggiungerà un accordo nelle prossime ore, teoricamente alla mezzanotte – a meno di ulteriori dilazioni – ripartirà il piano della Thyssen presentato il 17 luglio con i 550 esuberi. Per questi motivi, sta montando una sorta di mobilitazione spontanea degli operai che si stanno dando appuntamento per le 22 fuori dallo stabilimento di viale Brin per dare vita a un presidio. Nella palazzina dove si trovano gli uffici amministrativi, nel frattempo sono stati montati vetri e porte blindate.

Come anticipato nei servizi di ieri, alcuni lavoratori si stanno organizzando anche per raggiungere domani Assisi dove sarà presente il premier Renzi per partecipare alle celebrazioni di San Francesco.  L’intento sarebbe quello di riportare l’attenzione del presidente del Consiglio sul sito ternano e, comunque, di avvicinarlo per scambiare qualche battuta a proposito della vertenza. In tal senso i Frati del Sacro Convento si sarebbero offerti per favorire un incontro tra il premier e una delegazione di operai.

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