Aumento delle risorse per i Comuni dove c’è imbottigliamento di acqua, via libera alla proposta di legge regionale

PERUGIA – “Incremento a favore dei Comuni di riferimento delle risorse provenienti dai canoni concessori, per la salvaguardia e la tutela delle risorse idriche, oltre che per la valorizzazione e la riqualificazione ambientale dei territori interessati dall’attività estrattiva di acque minerali”. La Seconda Commissione, presieduta al momento del voto dal vice presidente Emanuele Fiorini, ha approvato, con voto unanime, un emendamento che sintetizza in un unico atto due proposte di legge a firma dei consiglieri della maggioranza Andrea Smacchi (Pd) e Silvano Rometti (SeR), e dei consiglieri del Movimento 5 Stelle, Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari che mira a modificare la legge regionale ’22/2008′ (Norme per la ricerca, la coltivazione e l’utilizzo delle acque minerali naturali, di sorgente e termali).

Il nuovo testo legislativo, che dovrà approdare in Aula per il voto definitivo, è frutto del lavoro di una sotto Commissione, formata tra gli altri dagli stessi firmatari e rappresenta la sintesi e l’armonizzazione delle due proposte. L’atto è stato sottoscritto, oltre che dai presentatori originari, anche dai consiglieri Claudio Ricci (Rp) ed Emanuele Fiorini (Ln).

SCHEDA SINTETICA ATTO: La quota dei diritti annuali provenienti dai canoni concessori delle acque minerali, destinata ai Comuni per la salvaguardia e la tutela delle risorse idriche, nonché per la valorizzazione e l’eventuale riqualificazione ambientale dei territori interessati, andrà da un minimo del 30 ad un massimo del 40 per cento, al fine di lasciare un margine di
flessibilità in relazione alle disponibilità finanziarie ed alla tipologia degli interventi compensativi che vengono proposti dai Comuni. L’attribuzione delle risorse ai Comuni con le nuove percentuali decorrerà dall’anno 2018, e tale attribuzione di risorse dovrà avvenire sulla base di progetti. Viene precisato che i Comuni beneficiari sono quelli sui cui territori ricadono
concessioni di acqua minerale, di sorgente o termale, o sono localizzate attività produttive di imbottigliamento. Viene previsto un termine di sessanta giorni per regolamentare modalità e criteri di attribuzione delle risorse, di tali norme e di quelle relative alle procedure e modalità per il pagamento e la riscossione dei diritti annuali.

Prima del voto, Andrea Liberati (M5S) ha definito il testo “un primo importante passo, anche se ancora insufficiente. Tuttavia vengono giustamente previste maggiori risorse per i Comuni e qualche ‘paletto’ in più”. Sulla stessa linea si è espresso Claudio Ricci (Rp): “Nel testo la
sottocommissione ha tenuto conto di alcune indicazioni della Giunta regionale. Per i Comuni si tratta di un piccolo, ma significativo passo in avanti rappresentato da un ‘indennizzo’ da destinare ad opere strategiche di bonifica e per interventi ambientali”.

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