Bastia Umbra, presentata Agriumbria: per l’edizione 2016 sono 500 gli espositori

BASTIA UMBRA – Si svolgerà dal primo al 3 aprile all’Umbriafiere di Bastia Umbra la 48esima edizione di Agriumbria che quest’anno conta su quasi 500 gli espositori. La rassegna proporrà anche circa 600 capi, di diverse razze di bovini, oltre a suini, ovini e migliaia di animali da cortile. L’evento si conferma un appuntamento di riferimento, un’occasione di promozione, per il comparto agricolo e zootecnico sia a livello regionale che nazionale.
Nonostante il momento di crisi economica, la manifestazione ha fatto registrare, con largo anticipo, il tutto esaurito degli spazi espositivi.
Agriumbria proporrà il meglio dell’innovazione tecnologica per quanto riguarda la meccanizzazione agricola che, storicamente, segna un’alta concentrazione di operazioni commerciali concluse.
La zootecnia sarà ancora una volta una delle protagoniste di questa edizione con mostre nazionali e interregionali, con rassegne e concorsi riservati a specie e razze che nel corso delle tre giornate fieristiche si confronteranno per confermare l’elevato livello genealogico del patrimonio zootecnico.
“Ormai i 70 mila metri quadrati della manifestazione sono pochi per le richieste di partecipazione – ha detto il presidente di Umbriafiere, Lazzaro Bogliari – e quest’anno abbiamo rifiutato circa 200 espositori. Agriumbria resta sempre un momento di confronto importante per il comparto agricolo”.
Il sindaco di Bastia Umbra, Stefano Ansideri, ha rilevato che “Agriumbria è una festa che attira tanti addetti ai lavori ma anche molte famiglie”. L’assessore regionale alle politiche agricole, Fernanda Cecchini, ha posto l’accento sul fatto che la novità “è rappresentata dal fatto che Agriumbria si è rafforzata ancora una volta”.
Agriumbria 2016, in collaborazione con Aia, con le Università e istituzioni pubbliche e private, intende proseguire nell’iniziativa di consolidare il ruolo del “Polo delle carni italiane” promosso da Umbriafiere nel 2015.
La mostra interregionale della Frisona italiana e la presenza di altre razze da latte rappresenteranno poi l’opportunità per i tecnici e per gli allevatori di valutare non solo gli aspetti morfologici dei capi, ma anche di confrontarsi per individuare le linee tecnico-economiche da adottare negli allevamenti.
La presenza del Consorzio di tutela Igp Vitellone bianco dell’Appennino centrale consentirà di riaffermare l’elevato livello degli standard qualitativi garantiti da razze come la Chianina, la Marchigiana e la Romagnola, i cui allevamenti vengono sistematicamente controllati per verificare che venga applicato quanto previsto dal disciplinare di produzione.

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