Bevagna, Pd nel caos: si dimette il segretario

BEVAGNA – Il Partito democratico finisce nel caos alla vigilia delle elezioni amministrative con le dimissioni del segretario Fabio Maccarelli. “Ho guidato e guido un percorso serio e lineare, che abbiamo chiamato “congresso civico”, attuando delibere assembleari prese dopo lunghi e sofferti dibattiti. Ho senz’altro fatto dei passi decisi – spiega Maccarelli in un lungo j’accuse – e senz’altro avrei dovuto rendermi conto e chiedere conto prima a ciascun iscritto di come effettivamente al dunque la pensasse. Ho sperato, in buona fede, di non dover arrivare a questo. Ma di fronte a quanto messo in atto, con pervicacia e disprezzo, da chi si autodefinisce “di sinistra”, non ha la minima possibilità di essere definito da me “politica”; non può avere cittadinanza a Bevagna, per quel che mi riguarda”.

Maccarelli fa i nomi e denuncia le “manovre becere di Bruno Bini e mi rattrista vederlo circondato da una corte prona. Denuncio la mistificazione dei fatti sostanziali e del diritto statutario, la pervicace azione volta a strumentalizzare persone di altissimo profilo morale e istituzionale, che fanno percepire l’azione cristallina e in buona fede di queste persone come se fosse il risultato delle manovre di un gruppo ristretto di “volponi” che gestisce Bevagna da 40 anni. Denuncio, di più, che si tenti di ammantare questa farsa con un “documento”, che nessuno ha visto e ciò nondimeno è evocato in Piazza, che sembra contenga un “accordo per un centrosinistra unito”, non si capisce fatto dove, da chi, a che titolo, né quando sia stato deciso in una qualsivoglia assemblea democratica”. Maccarelli parla quindi di inciucio e ammucchiata, “volta a fermare, anzi a umiliare, l’unica speranza di innovazione e di rinnovamento che in questo momento esiste a Bevagna e che ha già mobilitato oltre quaranta persone, e che sembrava (fino a ieri) avere l’appoggio della maggioranza degli iscritti, che avevano o firmato il patto civico o comunque dichiarato a voce la loro adesione”.

“Denuncio la miopia politica di chi si asserve a questo modo squalificato di fare politica. Denuncio la volontà proclamata di questo gruppo di pressione di ingerirsi nella formazione di una lista civica che dovrebbe essere espressione di un rinnovamento morale e metodologico, che alla fine, forse, avrebbe anche riunito il pezzo di partito che si riconosce nelle posizioni del Sindaco. Denuncio dunque un modo di fare vecchio, marcio, che non mi appartiene e che non appartiene alle persone (ma quante sono infine?) che sostengono un progetto serio, credibile e vincente di rinnovamento. Denuncio che tutto questo è emerso solo alla fine, quando abbiamo posto in maniera chiara e definitiva il tema del rinnovamento. Come a dire: qui non si vuole cambiare! Ossia: gioca pure, ma lascia lavorare chi “sa fare, sa come si fa”.

“Ora è il tempo delle scelte chiare e personalmente impegnative da parte di ciascuno. La mia scelta, libera e consapevole, è sostenere solo il progetto del congresso civico e nient’altro. Rassegno dunque il mio mandato nelle mani del segretario regionale, perché a termini di statuto sia convocata un’assemblea che decida cosa vuol fare, veramente, il PD di Bevagna”.

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