Bravi (Cgil): “Bankitalia conferma la drammaticità della crisi in Umbria”

“Da Bankitalia l’ennesima conferma della drammaticità della crisi La Cgil insiste nel chiedere un piano del lavoro, unica vera via d’uscita”. Lo sostiene il segretario regionale della Cgil, Mario Bravi.

“L’analisi congiunturale sulla situazione economica e sociale dell’Umbria fatta dalla Banca d’Italia conferma le valutazioni più volte sottolineate dalla Cgil dell’Umbria e dagli studi dell’Ires Cgil. Infatti, sostiene la Banca centrale, siamo di fronte ad un peggioramento costante delle condizioni economiche e l’occupazione è al minimo storico degli ultimi 20 anni, con il tasso crollato al 60,5%”.

“Si conferma – aggiunge Bravi – inoltre l’andamento pesantemente negativo dell’industria manifatturiera (-1,7% rispetto all’anno scorso), sul quale incidono pesantemente il ridimensionamento dell’attività produttiva che interessa il polo siderurgico ternano, la situazione drammatica della chimica e adesso anche il ridimensionamento del settore alimentare, con le vicende della Perugina e della Colussi. Inoltre, in questo quadro non va dimenticato un settore fondamentale come quello dell’edilizia e delle costruzioni che continua a perdere colpi nonostante un drastico crollo del 50% degli addetti dall’inizio della crisi”.

Bravi osserva che la situazione “è ormai oltre il livello dall’allarme, e la ripresa assolutamente non si vede. Anzi, si allarga la precarietà del mercato del lavoro, visto che dei 72.677 avviamenti registrati nel secondo trimestre 2014 solo l’8,9% riguarda il contratto a tempo indeterminato.

Secondo la CGIL sono oltre 137mila gli Umbri che vivono un grande disagio in rapporto alla dimensione lavoro: 51mila disoccupati, 23mila cassintegrati, 22mila neet o scoraggiati, e oltre 41mila lavoratori con contratti estremamente precari”.

“Questa situazione – per il segretario regionale della Cgil – ormai è insostenibile, occorre modificare e respingere le politiche economiche e sociali del Governo Renzi che allargano la precarietà e sono subalterne alle posizioni recessive della Confindustria. Per questo la Cgil continuerà la mobilitazione per costruire una politica economica alternativa, basata sul Piano del Lavoro per l’Italia e per l’Umbria. Solo con investimenti pubblici – conclude Bravi – finanziati con una patrimoniale, è possibile invertire una tendenza inaccettabile e rimettere il lavoro al centro di questo Paese e della nostra regione”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.