Bufera Umbria Mobilità, opposizione scatenata: M5S e Lega contro la presidente Marini. Pd, Socialisti e Mdp: “Scelte fatte per tutela lavoratori e servizio pubblico”

Opposizioni scatenate sulla bufera Umbria Mobilità, con la Corte dei Conti ha messo sotto inchiesta 45 persone fra amministratori della Regione Umbria e della Provincia di Perugia, comprese l’attuale e la precedente giunta Marini, fatta eccezione per l’assessore Luca Barberini, chiedendo un risarcimento di 45 milioni di euro per danno erariale.

Pesante la posizione del Movimento 5 Stelle, con la consigliera regionale Maria Grazia Carbonari che attacca: “La notizia dell’inchiesta esplosiva della Corte dei Conti sul disastro finanziario di Umbria Mobilità, che vedrebbe coinvolti 45 tra politici e dirigenti (che si affianca a quella della Procura di Perugia) apre scenari completamente nuovi e imprevedibili. Questo, forse, spiega il fortissimo nervosismo della maggioranza verso la Commissione d’inchiesta da noi istituita con le firme di tutta l’opposizione”.

“Dopo il voto – ricorda -, seguirono telefonate ‘concitate’ della presidente ad ogni membro della maggioranza, ed ora vuole cambiare le regole sulle Commissioni d’inchiesta. Solo pochi giorni fa, la presidente Marini, mi dava del ‘villan che dorme’ quando chiedevo chiarimenti, dati alla mano, circa l’impiego di milioni di euro di ‘risorse pubbliche’ da parte di Umbria Mobilità. Una distruzione della cosa pubblica sotto gli occhi di tutti, che cittadini e dipendenti pagano ogni giorno, da anni”.

“Politici arroganti, con la presidente Marini in primis, da troppo tempo gestiscono la Regione in modo autoreferenziale, trattando la minoranza e persino le autorità di controllo con sufficienza, arroganza e fastidio, fino alle offese personali o ad atti puramente intimidatori, come mega-querele che hanno solo lo scopo (vano) di tappare la bocca a chi chiede legittimamente delle risposte su come viene gestita la cosa pubblica. Quel tipo di politica – commenta Carbonari – era tipico delle ex repubbliche democratiche di stampo comunista, dove comandava solo il segretario di partito e ogni controllo e opposizione era solo di facciata”.

“Dissi alla presidente Marini, dopo che mi aveva offeso, che avrei chiesto scusa se avessi avuto torto, anche se avevo i documenti sotto mano. Ora – conclude Carbonari – credo sia giusto che lo faccia lei. Nel frattempo, faremo tutto il possibile affinché la Commissione d’inchiesta, nell’ambito delle proprie competenze, faccia piena luce su tutte le responsabilità politiche e amministrative del presente e del passato di questo disastro, di cui l’Umbria è vittima, facendo tutti i nomi di chi ne è responsabile”.

Anche la Lega Nord prende posizione: “L’elenco delle persone chiamate a rispondere alla Corte dei Conti per il danno di 45 milioni di euro legati alla vicenda Umbria Mobilità certifica le responsabilità politiche del Pd sullo stato del trasporto pubblico umbro”. Lo affermano i consiglieri Valerio Mancini ed Emanuele Fiorini ( Lega Nord), secondo cui “la Corte dei Conti conferma ciò che la Lega denuncia da più di due anni: i fondi erogati da Regione e Provincia sono serviti esclusivamente per sopperire alle gravi carenze gestionali senza alcuna utile prospettiva futura e solo per fornire liquidità aggiuntiva alla società per permetterne la sopravvivenza”.

Mancini e Fiorini sottolineano che “la sinistra, ininterrottamente al Governo di questa Regione da quasi 50 anni, non ha mai saputo immaginare un reale e sostenibile sviluppo dell’Umbria, condannandola all’assistenzialismo e all’isolamento. Questa cronica condizione si è ulteriormente aggravata negli anni della presidenza Marini che, di fronte alle nuove sfide di un mondo sempre più veloce ed esigente, non solo non ha assicurato all’Umbria lo sviluppo dell’aeroporto San Francesco e il collegamento con l’alta velocità, ma ha addirittura mandato in malora quel poco di buono che c’era”.

I consiglieri leghisti ricordano “lo stato disastroso delle strade regionali e provinciali e il vero e proprio collasso dell’Fcu. Colpita in questi giorni dell’ennesimo provvedimento di rallentamento forzato dei convogli nel tratto Papiano-Todi per motivi di sicurezza, con i treni costretti, in alcuni tratti, a procedere quasi a passo d’uomo con un ulteriore allungamento dei tempi di percorrenza di quasi mezz’ora per pendolari e turisti. Di fronte a tutto questo, in ritardo non ci sono solo i treni, ma anche le dimissioni della Marini e di tutta la Giunta. È ora che la presidente se ne vada a casa e visto come ha ridotto il trasporto umbro le consigliamo di farlo a piedi. Chiederemo – concludono – una seduta monotematica dell’Assemblea legislativa e l’immediata istituzione della Commissione speciale”.

Il Partito democratico, i Socialisti e Mdp

“Le scelte compiute in merito ad Umbria Mobilità sono state motivate dalla tutela degli interessi dell’azienda, dalla salvaguardia dei suoi livelli occupazionali e dal rispetto del diritto dei cittadini umbri ad avere garantito un servizio di trasporto pubblico in tutta la regione. Questi sono stati gli unici obiettivi perseguiti nell’azione amministrativa della Regione Umbria”. Lo dichiarano Gianfranco Chiacchieroni (capogruppo del Partito democratico), Silvano Rometti (capogruppo SeR) e Attilio Solinas (capogruppo Misto – Mdp) spiegando che i gruppi consiliari di maggioranza hanno “aderito alla iniziativa di istituzione della Commissione di inchiesta su Umbria Mobilità perché non hanno nulla da nascondere. Anzi vorremmo approfondire tutti gli aspetti e le problematiche che sono state evidenziate”.

Chiacchieroni, Rometti e Solinas, nel condividere la dichiarazione rilasciata dalla presidente della Giunta, Catiuscia Marini, spiegano di volersi “mettere al lavoro per far funzionare la Commissione di inchiesta e per dare così ulteriori risposte ai cittadini in termini di servizi e di informazioni sull’azienda e sulle criticità riscontrate”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.