Caccia, la Regione sugli scudi contro la chiusura imposta dal Governo, chiesto un incontro al ministro

E’ tutt’altro che conclusa la partita tra Regione e Governo sulla questione della caccia. La chiusura anticipata al 20 gennaio della stagione venatoria delle specie beccaccia, tordo bottaccio e cesena, in sei regioni italiane fra cui l’Umbria, non è stata digerita da Palazzo Donini e, in particolare, dall’assessore Cecchini che si prepara a giocare “un secondo tempo”.

“La Regione Umbria sta concordando insieme alle altre Regioni la richiesta di un incontro urgente con il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e con il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, per chiarire una volta per tutte quali norme devono essere rispettate ora che ci apprestiamo a preparare i calendari per la prossima stagione venatoria – fa sapere l’assessore Fernanda Cecchini – Dopo l’inaccettabile atto d’imperio con cui il Governo, avvalendosi del potere sostitutivo straordinario, ha interrotto la caccia a tordo bottaccio, cesena e beccaccia – sottolinea l’assessore – vogliamo sapere perché non sono stati ritenuti più validi i calendari predisposti attenendoci rigorosamente alla legge nazionale 157/1992. È dal 2010, e lo abbiamo ribadito più volte in varie sedi istituzionali senza ottenere risposta, che chiediamo al Ministro competente la conferma o meno dei periodi di caccia indicati nell’articolo 18 dopo che è intervenuta la direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici”.

“Poiché la legge nazionale è rimasta invariata – prosegue – esigiamo indicazioni certe e univoche sulle norme da rispettare e anche risposte in merito al rapporto istituzionale fra Regioni e Governo che, auspichiamo, prosegua in maniera più corretta rispetto a quanto abbiamo dovuto constatare con il ‘commissariamento’ di martedì”.

“Va anche ricordato – aggiunge l’assessore Cecchini – che l’anno scorso la Commissione Europea si era già espressa sui tempi di prelievo con la risposta del Commissario Potočnik che a specifica interrogazione nel merito della predisposizione dei calendari venatori da parte delle Regioni italiane rispondeva: ‘Stando alle informazioni disponibili e ai dati sui concetti fondamentali, non risulta esserci sovrapposizione tra i periodi di caccia e i periodi di riproduzione e di migrazione prenuziale, soprattutto se si considera la possibilità di una sovrapposizione parziale teorica di una decade’”.

L’assessore Cecchini ha intanto convocato una riunione della Consulta faunistico venatoria regionale per venerdì 30 gennaio, nella sede dell’Assessorato regionale. “Sarà una prima occasione di confronto diretto con i rappresentanti delle associazioni venatorie – dice – in cui discuteremo delle modifiche al calendario venatorio che ci sono state imposte dal Governo. Parleremo, inoltre, del riordino delle funzioni amministrative in materia di caccia”.

Sul caso intervengono anche i socialisti umbri definendo la chiusura anticipata “una presa in giro per il mondo della caccia” e la decisione del ministro Galletti “gravissima, arrogante e pretestuosa”. “Lo riteniamo – hanno dichiarato dal Partito socialista umbro – un atto antidemocratico, contro il diritto vigente e in particolare per quella parte di cacciatori che praticano la caccia alla migratoria che già hanno subito gravi limitazioni negli anni”. “l provvedimento – ha spiegato Enrico Bastioli, membro della direzione regionale Partito socialista italiano con delega alla caccia – non rispetta i calendari venatori regolarmente approvati dalle Regioni secondo delle leggi nazionali e delle indicazioni europee. I cacciatori profondamente delusi da tale provvedimento chiedono di conoscerne con precisione le motivazioni”.

“Con tutti i problemi ambientali di questo Paese – ha proseguito Bastioli –, ancora una volta si scaricano sui cacciatori delle decisioni non condivisibili. Già in altre occasioni, sono stati strumentalmente addebitati loro problemi del territorio”.

“Abbiamo apprezzato – hanno concluso dal Psi umbro – la presa di posizione dell’assessore regionale Fernanda Cecchini che aveva avuto sentore di quanto stava per accadere. Purtroppo, non è bastato, anzi il provvedimento assunto dal Consiglio dei ministri pone seri problemi di delegittimazione del ruolo delle Regioni. Ora ci auguriamo che tutto il mondo venatorio e le forze politiche che rappresentano questo Paese e l’Europa sappiano porre rimedio a certe decisioni e una volta per sempre sappiano legiferare norma uguali per tutto il mondo della caccia”.

 

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