Enel lascia l’Umbria, Cisl: “Siamo preoccupati”

PERUGIA – Grande preoccupazione per i propositi di ristrutturazione di Enel, che riguarderebbero anche l’Umbria, con la cancellazione dei presidi territoriali. Interviene anche la Cisl, per bocca del suo segretario regionale dell’Umbria, Ulderico Sbarra. “Forte preoccupazione verso il nuovo progetto di riorganizzazione dell’Azienda Multinazionale Enel che anche questa volta prevede la chiusura di presidi territoriali nella nostra regione”, dice Sbarra che prosegue: “Il nuovo progetto di E-distribuzione prevede infatti il superamento dell’Unità Operativa di Spoleto, quella che ad oggi si occupa dell’intera area della Valnerina colpita dagli ultimi eventi sismici”.

“Nella precedente ristrutturazione Enel Distribuzione (oggi appunto e-distribuzione) aveva chiuso in Umbria la Zona di Foligno, quella di Terni e l’Unità Operativa di Orvieto. Come sempre l’azienda ha inteso sminuire l’impatto del progetto giustificandolo come un efficientamento che non penalizza il territorio e i lavoratori. Le precedenti riorganizzazioni hanno in realtà portato una forte diminuzione di figure professionali che se di fatto, al momento, sono rimaste al loro posto, nel tempo saranno superate e non più recuperate. In Umbria l’ultimo giro di assunzioni poste in essere sull’intero territorio nazionale ha portato ad una solo unità operativa in più a fronte di molte posizioni vacanti nei turni di reperibilità. La preoccupazione della Cisl riguarda comunque la complessiva presenza della Multinazionale nel nostro territorio. Leggendo infatti i dati riportati nella lettera unitaria delle Federazioni di categoria, inviata alle istituzioni e ai parlamentari umbri, si evince che la forza lavoro di Enel nella nostra regione è diminuita in tre anni di 89 unità al netto delle assunzioni effettuate”.

Questo forte calo occupazionale di Enel in Umbria non è dovuto solo alle varie riorganizzazioni di cui sopra, ma anche a scelte strategiche che negli anni hanno sempre penalizzato il nostro territorio portando ad un progressivo abbandono dello stesso. Ne sono l’emblema le due centrali termoelettriche del gruppo Bastardo e Pietrafitta. Per la prima, Enel ne ha deciso da tempo la chiusura che di fatto non è ancora stata autorizzata dagli organi competenti perché la centrale è ritenuta ancora necessaria per la stabilità della rete elettrica nazionale. Per Pietrafitta invece non ci si può più fidare delle sole rassicurazioni aziendali di volerla mantenere in funzione. Infatti, nonostante la SEN (Strategia Elettrica Nazionale) attribuisca alle centrali a metano un ruolo strategico nel medio-lungo periodo, l’azienda non prevede nel sito investimenti per poterne aumentare l’efficienza e la redditività nell’attuale scenario del mercato elettrico, cosa avvenuta per centrali simili situate in altre regioni. Inoltre non sono previste assunzioni per poter sostituire il personale uscito negli ultimi tempi e quello che uscirà da qui a pochi mesi”.

“Drammatica anche la situazione delle Officine Meccaniche di Terni, una volta polo di eccellenza nazionale in fatto di manutenzione Idroelettrica ed oggi totalmente dimenticate da Enel Green Power, altra società del gruppo che sta investendo in tutta Italia ma non nella nostra regione. La situazione che si va determinando in materia di produzione e distribuzione energetica in Umbria è estremamente preoccupante, in particolare per quanto riguarda la scelte e il comportamento di Enel. Per questo riteniamo che le istituzioni locali debbano interessarsi di più di queste vicende, per comprendere ed evitare il depauperamento di strutture, professionalità e occupazionee verificare con Enel le strategie del Gruppo nella nostra regione e se esistano possibilità alternative capaci di garantire produzione e fornitura energetica, occupazione e professionalità di altro profilo e qualità”.

 

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