Ex Calai, il piano di valorizzazione sotto la lente della Prima commissione di Palazzo Cesaroni

GUALDO TADINO – Il Piano di valorizzazione per l’ex ospedale Calai di Gualdo Tadino, condiviso da Regione Umbria, Asl Umbria 1 e amministrazione comunale, prevede la demolizione dell’ampliamento realizzato negli anni ’60, il recupero della struttura ottocentesca, la ristrutturazione ed eventuale alienazione delle due palazzine adiacenti. Lo hanno spiegato, durante l’audizione svoltasi questa mattina in Prima commissione, l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini, il sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti e il direttore generale della Asl Umbria 1, Andrea Casciari.

L’intervento sull’area dell’ex ospedale, è stato spiegato, mira al recupero della struttura storica, al miglioramento urbanistico del comparto adiacente al centro di Gualdo Tadino e alla ottimizzazione del sistema dei servizi territoriali, che troveranno spazio negli oltre 4mila metri quadrati dei tre piani dell’immobile ottocentesco. All’incontro convocato dal presidente Andrea Smacchi, che fa seguito a quelli dedicati al futuro degli ex ospedali di Città di Castello e Gubbio ha partecipato una larga delegazione del Consiglio e della Giunta comunale di Gualdo Tadino. E’ quanto riferisce un comunicato della Regione.
Luca Barberini ha sottolineato la necessità di “investire pesantemente nella riabilitazione come risposta ai bisogni della comunità regionale. Si sta delineando – ha detto – un percorso di recupero e valorizzazione basato sulla collaborazione tra Comune, Asl Umbria 1 e Regione. Nel settembre 2015 è stato rivisto il progetto originale e approvato il Piano di valorizzazione per il riutilizzo del complesso immobiliare.

Ad ottobre 2015 il Piano è stato approvato. Nel frattempo è stato acquisito il parere preliminare della Sovrintendenza per gli interventi di massima. A maggio 2016 è stata presentata in Comune la richiesta di cambio di destinazione d’uso, da servizi sanitari a residenziale e commerciale, di due palazzine esterne, che verranno alienate oppure riutilizzate per finalità sociali:
ciò avverrà soltanto dopo il restauro dell’edificio principale, visto che esse ospitano i servizi territoriali che troveranno posto all’interno dell’edificio ristrutturato”. Barberini – continua il comunicato – ha spiegato che “l’obiettivo del Piano di valorizzazione è di realizzare servizi sanitari territoriali per Gualdo Tadino e per tutta l’area limitrofa: nel seminterrato ci saranno gli archivi centralizzati; nel piano rialzato, Servizio cup, Sert, Guardia medica e altro; al primo piano, il centro di riferimento per la riabilitazione cardiologica e la struttura per la riabilitazione pneumologica; al secondo piano, servizi sociali e poliambulatori; al terzo piano, ambulatorio vaccini, consultori e servizi amministrativi. Per un totale di circa 4.600 metri quadrati. Per quanto riguarda le risorse finanziarie, la Giunta regionale ha stanziato un finanziamento da 2,5milioni per una prima parte del recupero. L’edificio restante (noto come A5) verrà demolito perché il suo recupero non risulta sostenibile, servirebbero 5 milioni per adeguamento sismico e messa in sicurezza”.

Massimiliano Presciutti ha sottolineato che “fin da quando l’ospedale è stato chiuso la città si è preoccupata del suo recupero”. “Non appena insediati – ha spiegato – abbiamo dovuto affrontare la questione dell’A5: nel 2014 ci arrivò un report che ne definiva la rilevante sensibilità sismica. Nel maggio di quell’anno abbiamo realizzato che il suo recupero sarebbe stato antieconomico, oltretutto si tratta di un corpo estraneo a quel contesto. Il tema è diventato centrale dopo l’ultimo sisma.
Abbiamo condiviso la destinazione d’uso della nuova struttura con Regione e Asl, che ha già in bilancio risorse certe per il primo stralcio. Altri fondi potrebbero arrivare dall’alienazione delle due palazzine, i cui proventi dovranno servire alla valorizzazione dell’ex ospedale. Abbiamo modificato il piano regolatore per consentirvi l’eventuale installazione di vari tipi di attività, anche sociali”. Maria Grazia Carbonari (M5S) ha ricordato che “nel 1919 la struttura fu donata da monsignor Calai, con il vincolo che venisse utilizzata come ospedale per gli infermi. Nel 2008 c’è stata una modifica sulla destinazione che gli eredi hanno impugnato l’atto. La questione è al momento in Cassazione e forse sarebbe meglio attendere l’esito finale della vicenda prima di investire soldi nella ristrutturazione”. “In relazione alla scelta di demolire il blocco A5, molti edifici pubblici – ha osservato Andrea Liberati (M5S) – sono vulnerabili al sisma, ma non possiamo abbatterli tutti. In questo caso c’è stato un intervento di miglioramento sismico nel 1997, che a questo punto possiamo dire non essere servito a nulla, visto che ora lo demoliamo. Andrebbe analizzato il tipo di intervento che è stato fatto”.

“Positiva – per Claudio Ricci (Rp) – la scelta di demolire alcune strutture e valorizzare le altre, visto che poi ci saranno spese rilevanti di manutenzione per gli spazi che si decide di conservare. Si tratta di un importante progetto di valorizzazione del centro storico, in cui sarebbe interessante inserire funzioni informative e culturali, legando la struttura ai servizi della città”. Barberini ha concluso spiegando che “nei primi due gradi di giudizio gli eredi non hanno avuto ragione. Entro qualche mese contiamo che la vicenda sia chiusa definitivamente. Gli standard di garanzia previsti in materia antisismica oggi sono cambiati e richiedono interventi più profondi. Dal ministero della salute c’è stata l’indicazione di puntare su ospedali che siano del tutto sicuri”.
Il sindaco Presciutti ha rimarcato che “le relazioni tecniche certificano che il palazzo A5 è a rischio”, spiegando che “il Comune e la Asl hanno altre proprietà nuove nella stessa zona, se dovesse emergere la necessità di altri spazi”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.