Fascia appenninica, dove la ripresa non si vede: l’allarme della Cgil

FOSSATO DI VICO – Nella fascia appenninica la ripresa non si vede. Lo dice la Cgil che, questa mattina, ha presentato dati specifici alla presenza del segretario provinciale Filippo Ciavaglia e di Mario Bravi, presidente dell’Istituto di ricerche economiche e sociali della Cgil. E’ stato scelto un luogo simbolo degli effetti della crisi, dove ad oggi non si vedono quei segnali di svolta di cui si parla a livello regionale e nazionale.

Ci sono diverse realtà produttive che nel corso dei mesi del 2017 hanno chiuso l’attività (ILPEA a Scheggia) o rischiano forti ridimensionamenti (Tagina, Gualdo Tadino). Così come nel territorio eugubino ci sono aziende che hanno delocalizzato e/o ridimensionato gli organici. L’analisi che è stata condotta riguarda i 10 anni della crisi, focalizzando l’attenzione sui due Sistemi Locali del Lavoro (SLL) di Gubbio e di Gualdo Tadino, che ad oggi presentano ancora i dati più negativi dell’Umbria.
Tale situazione è stata determinata dalle crisi di grandi aziende manifatturiere sia legate all’industria delle costruzioni e sia legate alla fabbricazione di macchine per l’elettrodomestico, che hanno avuto effetti negativi sull’intero apparato produttivo locale.

Ciò ha determinato una situazione sociale pesante dal punto di vista occupazionale e dal punto di vista sociale anche con una perdita di reddito di circa 10 milioni. Vi è anche il rischio reale di uno spopolamento dell’area con la perdita di energie migliori in cerca di lavoro altrove.
La Cgil ha richiamato dunque le Amministrazioni locali ad “una azione concertata e condivisa tra di loro e con le forze sociali per determinare una svolta e una rinascita che si basi su nuove filiere di sviluppo, legato anche alle potenzialità locali inespresse. E’ necessaria anche un’azione nei confronti della Regione Umbria e del Governo per efficientare e rendere esigibili gli strumenti e le risorse previste, dalle aree interne ai fondi comunitari. Vanno trovate le soluzioni per le vertenze in atto ad iniziare dalla JP, dalla Ex Merloni ecc., con un ruolo più attivo delle rappresentanze delle imprese La Cgil è impegnata nell’ambito della mobilitazione attivata in Umbria a condividere iniziative unitarie con CISL e UIL al fine di costruire un nuovo progetto di sviluppo locale. E’ necessario che le istituzioni attivino momenti di condivisione, di confronto e di progettazione con gli interlocutori territoriali sociali per creare le condizioni di sviluppo di nuove attività e la localizzazione di nuove attività”.

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