Flussi elettorali, la Lega prende voti ovunque. I voti del Pd vanno al M5S

PERUGIA – Un elettorato molto mobile, con i partiti tradizionali che hanno partito la composizione del proprio elettorato a favore delle fasce moderate. E’ questa la linea di tendenza delle scorse elezioni, evidenziate dallo studio sui flussi elettorali del professor Bruno Bracalente, realizzato con il Servizio Studi e valutazione delle politiche dell’Assemblea legislativa.

Argomento scottante, quello dell’analisi dei flussi, con quasi più consiglieri regionali che giornalisti ad ascoltare. In prima fila Attilio Solinas e Silvano Rometti, intravisti Eros Brega e Giacomo Leonelli. Defilati ma presenti Andrea Smacchi e Sergio De Vincenzi. Quanto al metodo, il professor Bracalente analizza quattro città, le più rappresentative dei tre collegi della Camera: Perugia, Terni, Foligno e Città di Castello.

La vera novità sta nella presenza di 122mila votanti in più, arrivati dal non voto, che hanno alterato gli equilibri. Prendendo come riferimento le politiche del 2013, dei vincitori, la Lega prende voti un po’ ovunque: al Pd ne ruba 17.500 e non di meno al M5S, 28.200. 35mila vengono dal vecchio Pdl – Lega e 19.500 dal non voto. I Cinque stelle non sfondano ma consolidano. Prendono voti da Sel (2.200), dal Pd (30mila), dal Pdl (5mila) e arrivano a 140mila. Dando uno sguardo a casa del grande sconfitto, il Pd, il travaso più grande è verso il M5S (30mila) e verso la Lega (17.500). Mille e seicento vanno anche a Forza Italia, 16.400 verso il non voto. A livello di ingressi, prende 21.500 voti che, nel 2013 erano andati alla coalizione di Monti, quindi Scelta Civica. Quanto al voto giovanile, gli umbri tra i 18 e i 25 anni, preferiscono M5S e Lega, che raccolgono più voti in questa fascia di età. Complessivamente, il 60 per cento dei giovani votano Lega, M5S e ultradestra.

Prendendo a riferimento le regionali del 2015, ci si accorge della presenza di 155mila voti in più. 66mila voti al M5S, 33mila alle Lega e 22mila al Pd.

Quanto ai candidati, Bracalente sottolinea i risultati di chi incide e gioca sulle problematiche locali (leggi la moschea di Umbertide per la Lega, che ha portato ad un flusso forte di voti dal Pd alla Lega a Città di Castello), ma evidenzia anche la grande mobilità dei flussi: “Il voto di appartenenza non esiste più, anche se esistono ancora gli zoccoli duri – dice – siamo in presenza di un sommovimento nazionale che ha investito il Pd da tutte le parti. Per le prossime amministrative non esistono riferimenti, il quadro è mobile”.

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