Foligno, in ospedale 60 vignette contro il gioco d’azzardo. In Umbria oltre 10mila le persone dipendenti

FOLIGNO – All’ospedale la mostra itinerante “Azzardo: non chiamiamolo gioco”. Si tratta di una rassegna di 60 vignette umoristiche e immagini pungenti, create da 36 noti vignettisti italiani, per capire che l’azzardo non è un gioco. L’ininiztiva è del Centro di Riferimento Regionale per la Dipendenza da Gioco, che ha sede a Foligno presso il Dipartimento delle Dipendenze della UslUmbria 2, con il patrocino del Comune di Foligno e la collaborazione di diverse associazioni del territorio. Il Centro di Riferimento è nato da un progetto finanziato dalla Regione Umbria nell’ambito delle iniziative sul contrasto del gioco d’azzardo, previste dalla legge regionale n. 21/2014 “Norme per la riduzione, il contrasto e la riduzione del rischio della dipendenza da gioco d’azzardo patologico”. La mostra, messa a disposizione dall’Associazione Exodus Onlus e patrocinata dal Senato della Repubblica, rientra nell’ambito delle iniziative previste dal progetto “Implementazione degli aspetti sociali, legali e finanziari del modello di intervento integrato sulla dipendenza da gioco”, finanziato dalla Regione Umbria, che comprende anche la prevenzione e l’informazione sul tema del gioco d’azzardo.
AzzardomostraAd inaugurare la mostra, visitabile fino al 7 gennaio, l’assessore regionale alla Salute, Coesione Sociale e al Welfare, Luca Barberini, il direttore del Dipartimento delle Dipendenze della UslUmbria 2, Sonia Biscontini, e la referente per la dipendenza da gioco della UslUmbria 2 di Foligno, Lucia Coco.
“L’Umbria – ha evidenziato su Facebook l’assessore Barberini – è molto impegnata nella prevenzione e nel contrasto di questa forma di dipendenza sempre più diffusa e trasversale ed è tra le 4 regioni italiane il cui Piano regionale contro la ludopatia è stato promosso integralmente dall’Osservatorio nazionale contro la diffusione del gioco d’azzardo. A breve potenzieremo i servizi e promuoveremo nuove azioni per dare risposte più efficaci”. In Umbria sono circa 10mila le persone, fra 15 e 74 anni, con profilo di gioco problematico.

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