Foligno, Sgarbi show : “La Quintana è comunista, ma non vorrei morire senza averla vista”

FOLIGNO –  La Quintana? E’ comunista, ma non vorrei morire senza averla vista. Parola di Vittorio Sgarbi, che il primo giugno a Foligno ha tenuto una conferenza a Palazzo Trinci aprendo l’edizione 2016 della Giostra della Quintana, quella del settantennale. L’eclettico critico d’arte ha parlato molto della città, dell’arte e dell’evoluzione dei palii della manifestazione dal 1946 ad oggi,  affascinando il folto pubblico presente con un vero e proprio show.

“La Quintana è comunista – ha detto aprendo il convegno – nel senso che è un’invenzione democratica, riportata in auge nel 1946, dopo la dittatura e la guerra, in un periodo di rinnovamento della vita politica e democratica”.

Poi l’analisi dei vari palii, che Sgarbi chiama “gonfaloni”, la maggior parte dei quali ritenuti “bamboleggianti”: “Dal ’46 al 1980 c’è stato rispetto del tema della manifestazione, poi i vari artisti (da Frappi a Marchionni, da Nespolo Subi, da Calabria Grimaldi, ndr) hanno approfittato della Quintana per far veder il loro stile”.

Quindi il critico ha bocciato quasi tutti i palii moderni e ammesso di non aver mai visto la Giostra , con la promessa di farlo il prossimo 18 giugno: “Mi chiedo come mai non sia mai venuto a Foligno per la Quintana, ma la conosca soltanto attraverso la sua leggenda. Di sicuro si viene a Foligno soprattutto per la Quintana, la città ha trovato la sua identificazione in questa festa rinata e presente, attraverso la quale il passato torna a vivere ed è futuro. Una cosa bellissima, non vorrei morire senza averla vista”.

Poi l’affondo contro “la politica e le pubbliche amministrazioni che perdono tempo nel fare cose nuove, mentre dovrebbero intendere i lavori pubblici come conservazione della proprie identità, a Foligno questo è avvenuto con la Quintana e col terremoto. Chi viene in Umbria vede meraviglia assoluta, c’è il paradiso qui, sfregiarlo con edilizia contemporanea è peccato”. E ancora: “Uno dei modi per valorizzare la bellezza è conoscere le tradizioni, Foligno ha questa forza del passato come presente vivo e questo è anche il futuro dell’Italia: non la bellezza salvi il mondo, ma il mondo salvi la bellezza”. Quindi l’affondo contro Massimiliano Fuksas, archistar che ha realizzato la celebre chiesa-cubo: “Fuksas è un distruttore naturale e barbaro, ha fatto un cesso di cemento armato”. Ma anche critiche all’ex sindaco Maurizio Salari, appellato “Salari piangente”,  con il quale Sgarbi discusse per la biblioteca di piazza del Grano per la quale “aspettiamo l’Isis”. Elogi invece per Palazzo Trinci, “un palazzo capitale della storia dell’arte” e il pittore Niccolò di Liberatore detto l’Alunno, definito “uno dei più grandi pittori del Rinascimento, l’unico ad aver dipinto San Sebastiano vestito, come un prode cavaliere della Quintana ferito”. Quindi il consiglio, per chi dipingerà il prossimo palio, di utilizzare la figura di questo santo “che rappresenta benissimo la figura del cavaliere”.

Al termine della conferenza – alla quale sono intervenuti, fra gli altri, anche il sindaco di Foligno, Nando Mismetti e il presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli – Sgarbi ha lanciato un appello per il futuro dell’arte e delle comunità: “Non dobbiamo guardare a Fuksas ma al passato per trovare  un nuovo rinascimento”. E poi autografi, foto, la registrazione dentro le stanze del Trinci di un intervento per la trasmissione Mediaset “Matrix” e una visita alla città.

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