Giornata mondiale Alzheimer, Barberini: “In Umbria casi in aumento, serve piano regionale per trattamenti”

PERUGIA – Si è celebrata anche in Umbria la 23esima Giornata mondiale dell’Alzheimer, una malattia in crescente aumento, tanto che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità rappresenta una priorità di salute pubblica. Nel 2010 35,6 milioni di persone nel mondo risultavano affette da demenza, con stima di aumento del doppio nel 2030 e del triplo nel 2050, con ogni anno 7,7 milioni di nuovi casi (1 ogni 4 secondi). In Italia, i malati di Alzheimer sono circa 1 milione, in crescita rispetto ai 520mila del 2006 ed è stato stimato che nel 2020 il numero dei nuovi casi di demenza sarà pari a circa 580mila. Il maggior fattore di rischio associato all’insorgenza delle demenze è l’età e, in una società sempre più vecchia l’incidenza può risultare molto pesante. L’Italia è uno dei Paesi europei con più anziani: quasi il 17% della popolazione (9,5 milioni) ha superato i 65 anni, mentre l’’Umbria è la seconda regione più vecchia d’Italia, con gli anziani over 65 che rappresentano un quarto della cittadinanza. Sono pertanto in aumento le malattie croniche legate all’età e quindi le demenze, con conseguenze pesanti sul piano sociale, economico e organizzativo.
In questo quadro, l’assessore regionale a Sanità, coesione sociale e welfare, Luca Barberini, ha annunciato la “definizione di un ‘Piano regionale delle demenze’ per dare maggiore omogeneità agli interventi su tutto il territorio regionale e risposte più efficaci ai bisogni delle persone che vivono malattie gravi come l’Alzheimer”. Barberini è intervenuto al convegno organizzato il 24 settembre da alcune associazioni umbre, in collaborazione con diversi soggetti istituzionali, presso il Polo didattico dell’Università degli Studi di Perugia, proprio in occasione della Giornata mondiale dell’Alzheimer.alzheimerunipg
“L’Alzheimer – ha detto Barberini – è la forma più diffusa di demenza ed è in crescente aumento. Il maggiore fattore di rischio è l’età e, in una società che invecchia, l’impatto del fenomeno si prefigura di dimensioni allarmanti. L’Umbria è la seconda regione più vecchia d’Italia: gli anziani over 65 sono il 25% della popolazione, sono in aumento le malattie croniche legate all’età e quindi le demenze, con conseguenze pesanti sul piano sociale.
In questo quadro – ha sottolineato l’assessore – servono un nuovo modello organizzativo, maggiore programmazione e omogeneità d’intervento su tutto il territorio regionale, superando l’attuale frammentazione, per arrivare a una rete condivisa di presa in carico globale del paziente affetto da Alzheimer. In Giunta regionale, abbiamo approvato il ‘Piano Nazionale Demenze’, con l’obiettivo di definire linee guida regionali per dare risposte più adeguate. Abbiamo inoltre deliberato una sperimentazione per l’attivazione di due nuclei di Alzheimer residenziali a ciclo continuativo per la gestione dei malati di questo genere e previsto un cofinanziamento alle due Aziende sanitarie regionali per l’apertura di Centri diurni nei territori di competenza che ne sono sprovvisti. Nel nuovo Piano sociale regionale è stato previsto l’avvio di realtà di questo genere in ogni Zona sociale dell’Umbria, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno”.
L’assessore ha anche evidenziato “l’importanza di investire nella formazione degli operatori sanitari che si occupano di demenze, ma anche dei familiari e dei volontari che sono accanto ai malati per dare risposte sempre più vicine alle esigenze di chi si trova in difficoltà”.

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