Giovanni Galli, il dramma e il ruolo di Santa Rita: “Mi ha salvato la fede”

CASCIA – Santa Rita è la Santa delle cose impossibili. Tanti sono i fatti miracolosi che le sono attribuiti e a lei, in tanti si rivolgono per chiedere aiuto. Ed è proprio alla Santa che uno come Giovanni Galli, ex portiere campione del mondo con l’Italia del 1982, si è rivolta per superare un grave lutto, quello della morte del figlio 17enne nel 2001. Galli ha raccontato la sua esperienza al programma “Beati Voi – Tutti santi” di Tv2000, ricostruendo il rapporto del campione con la fede. Fu proprio la fede ad aiutare il campione per superare questo momento difficile, oltre al grande amore per la famiglia.

“Ho perso mio padre a 19 anni e non pensavo di dover portare i fiori al cimitero a mio figlio. Se non avessi avuto questa grande fede e la convinzione di ritrovare e rivedere un giorno mio figlio sarebbe stato difficile convivere con questo dolore. Il dolore non passa mai, ci si può solo convivere”, ha spiegato. Galli d’altronde è un cattolico praticante, anche ai tempi in cui giocava. Andava alla messa ogni domenica mattina, in qualunque luogo si trovasse. Galli si è raccontato senza veli, in tutti i momenti del lutto. Ha confessato i momenti più difficili e le sue mancanze: Mi è mancato piangere, lo facevo di nascosto e sotto la doccia perché non volevo farlo davanti a mia moglie e alle mie figlie. Volevo essere la persona alla quale potessero aggrapparsi”.

Poi è arrivata Santa Rita. Il figlio di Galli era nato il 22 maggio 1983. Dopo l’incidente il campione si è sentito in dovere, insieme alla famiglia, di andare a Cascia e portare una foto di Niccolò. “Con quella foto abbiamo restituito nostro figlio a Santa Rita. Lei ce lo aveva dato il 22 maggio e noi glielo abbiamo riportato”.

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