Gubbio, i sottosegretari Bocci e Gozi: “Ricostruzione e referendum, così più forti in Europa”

GUBBIO – Ricostruzione post terremo, Europa e Referendum. Tre temi apparentemente divisi ma accomunati più di quanto si possa immaginare. Di questo si è parlato al Beniamino Ubaldi per “Cambiare si può”, con il consigliere regionale Andrea Smacchi che ha coordinato i lavori e i sottosegretari Gianpiero Bocci e Sandro Gozi, chiamati a concludere i lavori delle sessioni sul terremoto e sull’Europa e referendum. Smacchi, introducendo, ha parlato di quanto fatto già dal Governo e dalla Regione per i terremotati, rilanciando però la proposta di dedicare almeno l’un percento del bilancio regionale per la prevenzione del rischio sismico.

Saluti anche dal sindaco di Gubbio, Filippo Mario Stirati, che ha sottolineato l’importanza dei temi all’attenzione del confronto, così come la segretaria dem locale Oriella Passeri. Dante Andrea Rossi, segretario provinciale, ha invece puntato sul referendum, richiamando alla necessità di una “democrazia decidente”. Quindi le testimonianze della sessione terremoto, aperte dal sindaco di Cascia, Gino Emili. “Obiettivo di questa ricostruzione – ha detto – deve essere quello di ricostruire anche le seconde case e le abitazioni dei non residenti, limitando così i danni per i prossimi terremoti”. E’ toccato poi a Spartaco Cappannelli, funzionario della Sovrintendenza e al sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti. Conclusioni al sottosegretario Bocci, che è partito tracciando le differenze tra terremoti. “Paesi come Amatrice e Arquata del Tronto – ha detto – sono zone che l’inverno restano isolate, mentre l’estate si ripopola con i turisti. Se il terremoto fosse avvenuto una settimana dopo, avremmo avuto meno vittime”. Secondo Bocci l’attuale ricostruzione è simile a quella del 1979, con la popolazione che non vuole lasciare i propri centri. Occorre prudenza – ha proseguito – da ogni punto di vista e serve calarsi nelle realtà oggetto di ricostruzione. E’ oggettivamente un problema anche il danno economico che il terremoto provoca alle aziende, come per esempio il turismo. Sul decreto del governo ci saranno anche risorse per una campagna di promozione e per aiutare le aziende a tornare sul mercato”.

pubblico-gubbioLa seconda sessione è stata quella sull’Europa, aperta da Massimiliano Pambianco, direttore comunicazione del gruppo Colacem. Dopo la testimonianza di Eddio Rondelli, rappresentante del mondo del credito, l’intervento del sottosegretario Gozi. “Nostro obiettivo – ha detto – è rendere la politica più efficiente e al servizio del benessere dei cittadini. Dobbiamo, per questo, fare sistema e lavorare verso una scadenza, quella del momento in cui le risorse europee saranno oggetto di un riesame.  Nel momento in cui partirà il nuovo ciclo, dovremo vedere che tipo di Umbria e di Italia abbiamo in mente nei prossimo 15 anni. Vogliamo giocare questa partita, dal ruolo dei sindaci. Vogliamo chiedere ai territori e girare l’Italia per ascoltare le esigenze, da chi è in prima linea. Lo faremo con un questionario che ci aiuterà a capire.  Vogliamo infatti una Europa che da opportunità e non che moltiplica vincoli. Non ci piace l’ipocrisia e l’ambiguità costruttiva. Quello che è uscito ieri a Bratislava, non è abbastanza. Abbiamo detto che non ci sta bene. Vogliamo dare risposte molto più concrete”.

Sul terremoto, il sottosegretario Gozi ha confermato che l’Italia chiederà di attingere al fondo di solidarietà dell’Ue, al quale si era già attinto per la ricostruzione dell’Emilia Romagna. E sul fronte referendum: “Noi dobbiamo decidere in autonomia sulla riforma costituzionale. Decidiamo in piena autonomia ma gli altri Paesi sono interessati perché quello che decideremo avrà ripercussioni su di loro. Importante Riformare. In questo mondo che è assolutamente cambiato e interdipendente, in questa Europa che è cresciuta, avere una democrazia più efficiente e che fa leggi migliori è uno strumento fondamentale che ci diamo per giocare in attacco in Europa. Avere uno strumento che funziona meglio ci dà più forza e credibilità. Dobbiamo essere più efficaci e più bravi perché dobbiamo essere più veloci a raggiungere gli obiettivi”. E ancora: “La riforma costituzionale e la madre di tutte le riforme. Questa non è però la riforma del governo. Ci sono state sei letture, 121 modifiche rispetto alla proposta del governo da parte del parlamento e sono stati esaminati 84 milioni di emendamenti.  Se non approviamo questa riforma dovremo aspettare altri 30 anni”.

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