Il cardinale Bassetti contro le “bufale” on line: “Seminano odio e dividono gli uomini”

PERUGIA – Stop alle “bufale” on line: l’appello arriva dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza episcopale umbra, durante il tradizionale incontro con gli operatori della comunicazione per la festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti. Il presule, nel suo intervento, ha tuonato con le false notizie diffuse in rete, che hanno il solo scopo di “seminare odio e dividere gli uomini”, mentre oggi più che mai è necessaria la “verità”.

La Rete e la verità

“Parlare oggi di verità in un’epoca storica che alcuni hanno definito addirittura della “post-verità” – ha detto Bassetti – potrà sembrare desueto e fuori luogo ma è, invece, di fondamentale importanza. Come credente, non solo come Vescovo, far riferimento alla Verità significa immediatamente parlare di Gesù che è maestro, via, verità e vita. Come semplice lettore di giornali la questione, oggi, si fa invece più complicata. Soprattutto per quello che riguarda l’informazione su internet”.

“Pur non essendo un frequentatore della Rete, uno strumento così ricco di risorse e innovativo, – ha continuato – non posso non essere impressionato, però, da quello che leggo sulla diffusione, sempre maggiore, delle notizie inesatte che ormai hanno assunto un’incidenza pubblica di rilievo e hanno acquisito perfino un peso nelle elezioni politiche di alcune grandi nazioni. Non vi nascondo che la diffusione delle “bufale” – come si dice in gergo – è un fatto che mi addolora e mi preoccupa moltissimo perché una notizia talvolta inesatta non nasce da sola, ma è prodotta dall’animo di qualcuno che non soltanto non ama ardentemente la verità come dovrebbe ma, al contrario, desidera la falsità e la divisione tra gli uomini”.

Il messaggio di Papa Francesco

E ancora: “La mente dell’uomo, ha detto Papa Francesco nel suo messaggio ai giornalisti, è sempre in azione e non può cessare di ’macinare’ ciò che riceve, ma sta a noi decidere quale materiale fornire. Ed è qui che voi giornalisti giocate un ruolo cruciale e, a mio avviso, insostituibile. Con la vostra onestà, professionalità e amore per la verità – lo ripeto: amore per la verità – avete le capacità, il discernimento e i mezzi per poter scegliere cosa raccontare e soprattutto come raccontarlo. Questo è un grande compito e una grande responsabilità che avete nei confronti di ogni donna e di ogni uomo che vi ascolta o vi legge. Per questi motivi, Francesco ha sottolineato l’importanza della “buona notizia”. Non certo per addomesticare l’informazione ma perché la “buona notizia” è sinonimo di speranza. E la speranza “è la più umile delle virtù, perché rimane nascosta nelle pieghe della vita, ma è simile al lievito che fa fermentare tutta la pasta”.

E ancora: “Mi sento di poter dire che Francesco in questo breve messaggio indica almeno tre strade: la prima si caratterizza per la promozione di una “comunicazione costruttiva” che possa favorire un’autentica “cultura dell’incontro”; la seconda, invece, si contraddistingue con l’assoluta necessità di spezzare “il circolo vizioso dell’angoscia” e la “spirale della paura” che si alimenta fissando l’attenzione solo sulle “cattive notizie”; la terza, infine, si caratterizza per la doverosa attenzione alla “buona notizia” che è fonte di speranza e dal netto rifiuto, quindi, della logica “che una buona notizia non fa presa e dunque non è una notizia”. Tutto dipende, invece, dice Francesco, dallo “sguardo” con cui guardiamo la realtà e dal modo con cui la raccontiamo e la divulghiamo”.

incontro card. bassetti con giornalisti (2)Appello ai giornalisti

Da qui l’appello del cardinale ai giornalisti umbri: “Queste tre strade che ho appena tratteggiato rimandano immediatamente al vostro lavoro quotidiano e al racconto giornaliero della realtà per chi, come voi – ha detto Francesco nel settembre scorso incontrando il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti italiano alla Sala Clementina – pubblicando notizie, scrive in un certo senso, ogni giorno “la prima bozza della storia”. Il vostro lavoro ha dunque una funzione importantissima per la società ed è, al tempo stesso, un’attività estremamente delicata perché, se non c’è la dovuta professionalità e prudenza, c’è sempre il rischio di creare un clima d’opinione divisivo e conflittuale. Quando infatti Francesco parla di “cultura dell’incontro” e di spezzare la “spirale della paura” come non pensare, ad esempio, alla diffusione di tutti gli stereotipi negativi nei confronti dei migranti e dei rifugiati, dei forestieri e dei poveri che come disperati bussano alle porte dei Paesi economicamente più sviluppati? E allo stesso tempo, come non pensare alle semplificazioni estreme, ai giudizi affrettati o alla ricerca, talvolta, di un sensazionalismo che banalizza tutto pur di essere rumoroso e visibile? La promozione di una “cultura dell’incontro” nel giornalismo si caratterizza, dunque, prima di tutto, per una narrazione consapevole e responsabile del fatto che si sta raccontando; e poi, in secondo luogo, come disse in passato il Papa, dall’ “amore per la verità”. “Amare la verità – ha detto Francesco – vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro”.

 

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