Incubazione e sintomi della variante Omicron: l’effetto dei vaccini, il racconto di pazienti umbri

La variante Omicron spinge al rialzo i casi Covid e si prende l’Umbria. Anche oggi nuovo record di contagi nella nostra regione (3.328) con Omicron che ha di fatto scalzato Delta. Omicron sembra meno pericolosa di Delta, soprattutto se si è vaccinati, ma la sua trasmissibilità mette pressione sul sistema sanitario dell’Umbria. Dalle testimonianze raccolte in queste ore tra gli umbri colpiti dal virus, emerge un quadro che confermerebbe la non aggressività della nuova variante. Naturalmente tra coloro che si sono vaccinati. Questa mattina, 30 dicembre, erano 698.450 gli umbri che avevano completato il ciclo vaccinale , pari all’ 81% della popolazione avente diritto mentre 272.372 sono quelli che hanno fatto anche la terza dose, pari al 31,74%.  ” Da lunedì sono positivo – racconta un ragazzo di 20 anni di Perugia – ma non ho alcun fastidio e nessun sintomo. Avevo fatto le due dosi di vaccino, forse anche per questo sto bene”. Un signore di una cinquantina di anni, dello spoletino, anche lui vaccinato con la doppia dose racconta di stare bene, anche se all’inizio ha avuto per un paio di giorni un pò di febbre e tosse secca. Entrambi confessano di non aver mai visto nessuno dell’Usl ma si sentono protetti dal vaccino. La variante Omicron, quindi,  sembra dare sintomi più lievi e di breve durata rispetto a Delta. I sintomi descritti dai diversi malati Covid dell’Umbria appaiano lievi: mal di gola, congestione nasale, dolori muscolari e tosse secca. La perdita di gusto e olfatto è poco frequente. C’è poi un altro dato: il tempo di incubazione. Nel caso di Delta era di 4-6 giorni, con Omicron si è ridotto a 3. Per quanto riguarda l’effetto dei vaccini, secondo i primi studi, due dosi a mRna proteggono dalla malattia severa, ma non dall’infezione sintomatica. Con la terza dose il livello di anticorpi neutralizzanti aumenta in modo rilevante (con Pfizer di 25 volte). Un vaccinato con tre dosi può contagiarsi, ma di solito ha forme lievi. Il booster, infatti,  ha un ruolo specifico: interviene sul sistema immune, già preparato dalle prime due dosi, non come semplice aggiunta ma come potenziamento, sia a livello di cellule B e T. La risposta alla terza dose è qualitativamente diversa da quella delle prime due. Infine, c’è la solita domanda: i guariti dei mesi scorsi possono reinfettarsi ? Essersi infettati con una delle varianti precedenti sembra non proteggere da Omicron, se non in forma molto ridotta.  Almeno questo è l0rientamento di oggi della comunità scientifica. Per tutte queste considerazioni occorre fare in fretta la terza dose , vaccinare i bambini dai 5 anni in su e convincere chi non è ancora vaccinato.