La legge elettorale arriva in aula, il 16 e 17 febbraio il voto in Consiglio

La nuova legge elettorale arriva al voto del Consiglio regionale. La conferenza dei capigruppo, accogliendo la proposta del presidente Eros Brega, ha fissato le date del 16 e 17 febbraio per l’esame in Assemblea. Questa mattina la Commissione speciale per le riforme statutarie ha completato la discussione e votazione sull’articolato della proposta di legge elettorale regionale costituita dal pacchetto emendativo del presidente Andrea Smacchi (PD) che modifica la normativa elettorale (regionale e nazionale) vigente. Per l’approvazione complessiva del testo, la Commissione di Palazzo Cesaroni si è quindi aggiornata a mercoledì 4 febbraio per dare tempo agli uffici di predisporre il testo definitivo da sottoporre poi all’esame dell’Assemblea legislativa.

Nella stessa seduta saranno discusse e votate le proposte di legge elettorale firmate da Mantovani (Misto-Ncd) e dal “Progetto per i territori”, votata dal Consiglio comunale di Gubbio.

I punti centrali della proposta approvata dalla Commissione

Si stabilisce che l’elezione del presidente e dei consiglieri regionali, avvenga in un turno unico, sulla base di un collegio unico. Scelta l’utilizzazione del metodo proporzionale “Hagenbach-Bischoff” (cosiddetto sistema della “miglior media”) per il riparto dei seggi. Per la coalizione che ha conseguito il maggior numero di voti sarà compreso tra un minimo di 12, a un massimo di 13 seggi (cui si ha diritto se si raggiunge o supera il sessanta per cento dei voti), con la garanzia minima di sette seggi per le liste o coalizioni perdenti. Per quanto riguarda il premio di maggioranza, si stabilisce che al partito che ottiene il risultato più alto della coalizione vincente siano assegnati, in base al risultato raggiunto, fino a un massimo di 10 seggi; gli aggiuntivi (2 o 3) sono messi a disposizione delle altre liste della coalizione a condizione che conseguano un risultato elettorale che superi la soglia minima fissata al 2,5 per cento sul totale dei voti validi espressi. Sì alla doppia preferenza di genere (si possono dare fino a un massimo di due preferenze, purché di genere diverso). Ciascun genere dovrà essere rappresentato in ogni lista per una quota non inferiore al quaranta per cento. L’ingresso a Palazzo Cesaroni dei candidati presidenti non eletti è previsto solo quelli collegati a liste che abbiano conseguito almeno un seggio. Per quanto riguarda la raccolta delle firme per la presentazione delle candidature, si prevede la sottoscrizione delle liste da un numero di cittadini compreso tra un minimo di 1500 e un massimo di 2000, ma in sede di prima applicazione (cioè nella prima tornata elettorale dopo l’entrata in vigore) il numero di esse è dimezzato. Non è ammesso il voto disgiunto.

I commenti

“Accolgo con soddisfazione il voto della Commissione Statuto che elimina il premio di maggioranza sotto forma di ‘listino’. In questo modo, ogni consigliere regionale che siederà nella prossima Assemblea legislativa, lo farà perché votato direttamente dai cittadini”. Così il consigliere regionale Gianfranco Chiacchieroni (Partito democratico), a margine della riunione odierna della Commissione, presieduta da Andrea Smacchi, annuncia di ritirare la sua proposta di legge che prevedeva, nello specifico, proprio l’abolizione del cosiddetto ‘Listino’, “in modo tale – ribadisce – che tutti i consiglieri possano essere eletti con sistema proporzionale”.

 

 

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