Lavoro, Ciavaglia (Cgil): “Le vertenze non vanno in vacanza”

PERUGIA –  “Le vertenze non vanno in ferie e in provincia di Perugia sono centinaia le lavoratrici e i lavoratori che vedono a rischio il proprio futuro occupazionale”. A lanciare l’ennesimo “allarme lavoro” è il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, che ricorda come nel mese di agosto arrivino a degli snodi decisivi diverse vertenze importanti, come quella della Maran, dove è aperta una procedura di licenziamento per 150 lavoratori, o della ex Novelli, dove solo a Spoleto sono in ballo almeno 100 posti di lavoro, o ancora della Tagina di Gualdo Tadino, dove è scaduta la cassa integrazione e continuano i sacrifici delle maestranze. Senza dimenticare l’annosa vicenda della Jp Industries (ex Merloni) nella fascia appenninica, dove al rientro dalla ferie ci sarà da fare i conti con gli ammortizzatori sociali. “Solo queste vertenze – commenta Ciavaglia – rischiano di avere un impatto occupazionale devastante se non si trovano, nelle prossime settimane, soluzioni e risposte concrete per le lavoratrici e i lavoratori. Da parte nostra l’impegno è costante – aggiunge il segretario – ai tavoli delle trattative così come nella contrattazione aziendale, come dimostrano gli importanti risultati conseguiti su questo versante nell’ultimo periodo”. Ciavaglia si riferisce in particolare all’accordo integrativo siglato in Perugina, “dove – afferma – dopo la dolorosa vertenza segniamo un punto di avanzamento importante sul fronte delle retribuzioni e dei diritti, che può essere anche un viatico per rilanciare la fabbrica si San Sisto da un punto di vista occupazionale”. Intanto, la Cgil è impegnata nel suo percorso congressuale: “Anche il nostro congresso è un’occasione per dare voce al lavoro sul nostro territorio – spiega il segretario della Camera del Lavoro – e non a caso sono già in programma per i prossimi mesi iniziative pubbliche per riaccendere i riflettori sulle tante emergenze e potenzialità che la nostra provincia esprime, dalle aree terremotate alla fascia appenninica, passando naturalmente per il capoluogo, dal cui necessario rilancio – conclude Ciavaglia – dipende buona parte della possibilità di sviluppo dell’intera Umbria”.

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