L’esame farsa di Suarez: “Bambino porta cocomera”

Perugia – “Mi chiamo Luis… sono nato in Uruguay… sono sposato con mia moglie da dieci anni... ho tre figli… sono calciatore professionista”: a parlare è Luis Suarez – come riporta l’ANSA – nel cosiddetto esame “farsa” per la conoscenza dell’italiano sostenuto all’Università per Stranieri di Perugia.
Una prova intercettata con una microtelecamera nell’ambito dell’indagine condotta dalla procura del capoluogo umbro e ora tra gli atti depositati dopo l’avviso di conclusione indagini agli ex vertici dell’Ateneo.
Magliettina bianca, calzoni corti jeans e scarpe da tennis, l’attaccante compare in una piccola aula davanti ai due esaminatori. “Ciao, tutto bene?” chiede loro Suarez. “Tutto bene la risposta”.
Seduto a una scrivania, si vede l’attaccante, ripreso di spalle, compilare un modulo con i dati anagrafici. In un clima apparentemente disteso. “Possiamo cominciare l’esame” gli dice uno degli esaminatori che gli chiedono poi di parlare di sé e di presentarsi. Suarez parla quindi della sua famiglia, delle sue squadre di club – “da quanto gioca con il Barcellona?” una delle domande, “sei anni” la risposta – e con la nazionale. “E nel tempo libero cosa le piace fare?” è un’altra delle domande. “Mi piace stare con la mia famiglia, gioco alla play station con i miei figli”, la risposta.

“Bambino porta cocomera… cocomero… perperoni… frutta e verdura con il carrello”: Luis Suarez usò queste parole nell’esame per la conoscenza della lingua italiana all’Università per Stranieri di Perugia. Lo fece quando gli esaminatori gli chiesero di descrivere due immagini. Mentre una telecamera fatta installare dalla procura di Perugia riprendeva il tutto. “In questa immagine sono una mamma e un bambino che fa i compiti” si sente dire Suarez. “E nell’altra?” chiede l’esaminatore. “Ci sono quattro persone, papà, mamma, bambino e bambina… per fare spesa… bambino porta cocomera…”, le parole del ‘pistolero’.