Mercato delle Gaite, Santificetur revoca il Palio alla San Pietro

BEVAGNA – Non accenna a diminuire la bufera sul Mercato delle Gaite 2016. Il podestà Angelo Santificetur ha detto che l’assegnazione è da annullare e ha invitato la Gaita di San Pietro a rinunciare al prezioso drappo. “Gli eventi a tutti noti della trascorsa edizione del Mercato delle Gaite mi hanno imposto una attenta riflessione sui fatti accaduti – dice Santificetur – Le valutazioni strettamente personali, ma anche per la parte più prettamente tecnica, il confronto con il Referente Scientifico della manifestazione, Prof. Franco Franceschi, da tutti riconosciuto come persona super partes e fortemente legato alla nostra manifestazione, mi hanno indotto ad assumere una posizione che ritengo giusta e doverosa. La rappresentazione da parte della Gaita San Pietro durante la gara del 21 Giugno di attività/mestieri estranei a quelli della gara è stata constatata dai presenti. Purtroppo il mio intervento nella concitazione del momento ha fatto sì che io invitassi i giudici a non tenere conto della parte iniziale della rappresentazione, annullando, mio malgrado di fatto l’applicabilità di quello che ritenevo essere l’art. 24 in vigore, che invece stabiliva che i giudici ne tenessero conto nella loro valutazione”.

“La non pertinenza da parte del mestiere, rappresentata nella parte iniziale del percorso, all’arte in gara è stata con forza riconosciuta dal Prof. Franceschi durante la riunione del Consiglio Maggiore del 24 Giugno. In quell’occasione, proprio partendo da quel giudizio, che ha visto il consenso di tutti i componenti del consiglio, escluso il console della San Pietro, ed il parere favorevole del Prof. Franceschi, si è proposto di applicare alla Gaita San Pietro due punti di penalità invece della retrocessione al quarto posto previsto. Tale soluzione, nelle intenzioni di chi l’aveva condivisa, doveva consentire il superamento della norma ormai cancellata del mio intervento della sera della gara, al fine di salvaguardare lo spirito della competizione ed evitare la decisione estrema di annullamento della gara stessa. La soluzione, proprio perché sanava una lacuna venutasi a creare, richiedeva l’unanimità, risultato auspicato per il bene della manifestazione, che non si è potuto raggiungere in quanto la Gaita San Pietro l’indomani ha fatto sapere di non condividere la proposta. Domenica 26 Giugno ho altresì verificato che l’art. 24 a cui si appellava risultava modificato rispetto al regolamento precedente: durante l’anno si erano discusse delle variazioni al regolamento mai di fatto approvate dal Consiglio Maggiore. Conseguentemente, rimaneva valido il regolamento in uso nell’anno precedente, il quale prevede che spetti al Podestà l’applicazione del regolamento e non alla giuria. Informati i consoli della situazione, nella stessa serata durante l’apertura delle buste, si è preso atto che l’edizione si era svolta in modo falsato dal momento che anche altre presunte modifiche al regolamento non risultavano presenti nei verbali del Consiglio Maggiore, ad esempio i modificati criteri di giudizio su cui i giurati avevano già espresso i loro voti e l’abbinamento giudice – criterio singolo. Ritengo pertanto che vista la situazione di estrema confusione venutasi a creare, il palio non debba essere aggiudicato. Questa convinzione si è rafforzata in me nei giorni successivi come ho espresso nel Consiglio Maggiore del 30 Giugno. È maturata in me l’idea di invitare le Gaite a fare un passo indietro e, viste tutte le anomalie constatate di comune accordo, di procedere all’annullamento delle gare con la conseguente decisione di annullare l’assegnazione del palio 2016 consegnato la sera del 26 Giugno solo per motivi di ordine pubblico come evidenziato dal verbale redatto dal segretario Bonini Giacomo”.

Quindi la decisione: “Alla luce di quanto è accaduto ritengo che il palio sia da restituire e lasciare nella sede del Mercato delle Gaite senza penalizzazioni o rivalse da parte di alcuna Gaita. La soluzione da me adottata deve essere un monito per il futuro. L’ennesimo rifiuto della Gaita San Pietro oggi mi impone di riportare chiarezza per il bene della manifestazione e di tutti i volontari e dispongo la non assegnazione del Palio 2016. In conclusione, nell’esprimere il mio dispiacere per essere stato costretto ad assumere questa decisione, auspico vivamente che lo spirito della festa venga preservato e che tutti possano ritrovare l’equilibrio e la serenità necessari per poter garantire un futuro a questa nostra splendida manifestazione. Tanto dovevo alla manifestazione e chiedendo scusa per le mie eventuali manchevolezze. Ringrazio in maniera sincera e profonda tutto il magnifico popolo delle Gaite, che, come sempre, si è dimostrato generoso e all’altezza di ogni situazione. Ringrazio tutti i collaboratori del consiglio direttivo, le attività commerciali e produttive di Bevagna e del territorio per il sostegno e la fiducia dimostrataci”.

La Gaita di San Pietro però va all’attacco: “Non possiamo esimerci dal rendere noti i fatti salienti e decisivi della vicenda – scrive in una nota la San Pietro – tutti riscontrabili documentalmente sulla base degli atti dell’Ente”. E’ così che nel comunicato diramato dal console Roberto Crisanti, si entra nel dettaglio tutta la vicenda partendo dall’interpretazione dell’articolo 24 del Regolamento. “In buona sostanza – spiegano dalla San Pietro – per impedire a tutti i costi la nostra vittoria, si era giunti persino a disconoscere la validità di un regolamento da tutti pacificamente accettato prima e durante la manifestazione”. Ma oltre all’assegnazione o meno del palio, a Bevagna è “giallo” anche sulle dimissioni del podestà Santificetur. Prima rassegnate in maniera irrevocabile il 30 giugno e poi ritirate il 3 luglio, per dichiarare il giorno seguente di voler ritirare il drappo vinto dalla San Pietro. Per la gaita comunque, il dietrofront di Santificetur è privo di qualsiasi efficacia giuridica, soprattutto in base all’articolo 20 del Regolamento che spiega come “il giudizio finale espresso dai giudici è inappellabile, salva l’ipotesi di errori di calcolo”. E’ per questo motivo, come conclude la nota della gaita guidata dal console Roberto Crisanti, che la San Pietro “respinge al mittente l’infondata pretesa di annullare l’assegnazione del palio”.

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