Norcia, stop al cantiere di ‘Casa Ancarano’: per la Procura di Spoleto anomalie nella procedura burocratica seguita dal Comune

NORCIA – Il cantiere di ‘Casa Ancarano’ è sotto sequestro. I lavori in corso nella struttura polivalente, voluta fortemente dalla piccola frazione di Norcia all’indomani del sisma del 2016, sono stati bloccati dalla Procura della Repubblica di Spoleto e, nella piccola frazione di Norcia, il sogno di avere una casa ‘rifugio’ per ospitare l’intera popolazione in situazioni di emergenza, ma anche un luogo utile a ricreare aggregazione e rilancio del territorio si è infranto contro la realtà dei fatti.

I tre avvisi di garanzia arrivati al sindaco di Norcia, al presidente della Pro Loco e al direttore dei lavori hanno creato sconcerto e amarezza non solo tra gli abitanti di Ancarano ma anche tra gli sponsor della struttura che in questa opera, giorno dopo giorno, vedevano concretizzarsi il segno tangibile della solidarietà e dell’amicizia nata nei momenti drammatici dell’emergenza post-sismica.

Per la Procura della Repubblica di Spoleto la realizzazione del centro polifunzionale della Pro Loco di Ancarano avrebbe dovuta essere autorizzata con procedura ordinaria e non con procedure di emergenza post sisma in deroga agli strumenti urbanistici vigenti tanto più che la struttura non sembra temporanea e in più sta sorgendo all’interno dell’area protetta del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che, a quanto sembra, aveva espresso perplessità nell’individuazione del sito in cui far sorgere la struttura polivalente.

La drammatica esperienza maturata durante gli eventi sismici del 2016 ha evidenziato la carenza in tutto il territorio del comune di Norcia di strutture di accoglienza di emergenza da utilizzare in caso di calamità. Anche ad Ancarano, dove la Pro Loco è diventata un punto di riferimento per tutta la comunità e si è fatta promotrice, insieme alla comunanza, del progetto ‘Casa Ancarano’ al fine di trovare i finanziamenti per dotarsi di una struttura polivalente da utilizzare nei momenti di necessità ma anche come punto aggregativo e sociale.

Nel mese di maggio 2017, con la delibera di giunta municipale n. 64, il Comune di Norcia accetta la donazione da parte della Pro Loco di Ancarano di una struttura polivalente temporanea di Protezione Civile e Presidio di Sicurezza da realizzare in un lotto libero individuato da parte dell’Amministrazione comunale ad Ancarano, nei pressi della chiesa della Madonna Bianca, in una particella di proprietà della stessa Pro Loco che, allo stesso modo, viene donata al Comune di Norcia sulla base di una convenzione stipulata in data 7 luglio 2017. Già allora è chiaro che si tratta di una struttura ‘avente una superficie di circa 650 metri quadrati che si sviluppa secondo più corpi di fabbrica a forma di L, dei quali il blocco centrale ospiterà una grande sala polivalente che attraverso pannellature può creare spazi per n. 11 camere in grado di ospitare ognuna almeno quattro persone; lo stesso blocco prevede i servizi principali e la cucina con dispensa. Un secondo blocco prevede servizi di bar, magazzino, palestra e spogliatoi, questi ultimi a sevizio di un campo di calcetto e di un percorso footing. Nel momento dell’emergenza l’edificio potrà assumere una configurazione quale dormitorio’.

L’11 luglio 2017 il comune acquisisce la documentazione progettuale dell’opera e, con l’ordinanza n. 762 del primo agosto 2017, il sindaco di Norcia Nicola Alemanno ne ordina ‘l’installazione temporanea per tutto il periodo connesso allo stato di emergenza’ secondo le procedure semplificate previste dall’Ordinanza del Capo della Protezione Civile n. 388/2016. L’opera – si legge nell’ordinanza – è da ritenersi ‘urgente e di pubblica utilità in quanto riconducibile al concetto di assistenza alla popolazione’ per cui viene considerata in ‘variante agli strumenti urbanistici vigenti’.

Il sindaco, con la stessa ordinanza, dispone che per l’autorizzazione sismica si dovrà provvedere secondo la vigente normativa regionale acquisendo, da parte del soggetto attuatore e donatore, prima dell’inizio dei lavori strutturali, la specifica autorizzazione da parte del competente settore della Regione dell’Umbria. Per quanto riguarda i siti natura 2000, nell’ordinanza, l’intervento è da ritenersi ‘escluso dagli adempimenti relativi alla preliminare valutazione di incidenza ambientale’ mentre, dal punto di vista archeologico, prima dell’inizio dei lavori di scavo, si ritiene necessario ‘contattare la competente Soprintendenza Archeologica per l’Umbria ai fini della verifica dell’area e per assicurare la presenza di un archeologo professionista’ per effettuare la vigilanza.

L’ordinanza, che secondo il sindaco Alemanno, costituisce titolo abilitativo all’esecuzione delle opere, è stata inviata alla Pro Loco di Ancarano, all’area edilizia privata, urbanistica, pianificazione territoriale e ricostruzione; al C.O.R. della Regione Umbria, all’Ufficio di Polizia Municipale, alla Prefettura, al Comando Carabinieri Forestali Parco di Norcia, all’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Umbria.

Con questi presupposti i lavori di ‘Casa Ancarano’, nell’entusiasmo generale, cominciano nel mese di settembre 2017 e instancabilmente vanno avanti fino al 5 gennaio, quando la Procura fa apporre i sigilli al cantiere.

Attraverso i sociale, al sindaco di Norcia e agli altri indagati arrivano molte attestazioni di solidarietà, persino dalla Presidente della Regione Catiuscia Marini che parla di una ‘beffa’ e si dice ‘esterrefatta’. Ma c’è anche chi, come Pellegrino C. su facebook che si chiede: ‘La faccenda è un po’ strana. Chi ha provocato tutto questo?’.

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