Norcia, tanta gente ai funerali di Roberto Grimaldi

NORCIA – Si sono svolti oggi pomeriggio i funerali di Roberto Grimaldi, il 58enne di Norcia morto sabato scorso nel nosocomio di Spoleto per le conseguenze causate dal morso di una vipera. Tutta la comunità si è stretta intorno ai familiari – alla mamma Antonietta, alla moglie Aurora, ai figli Giovanni e Ilaria e ai numerosi fratelli e sorelle – manifestando il proprio affetto e sgomento per quanto accaduto nel primo pomeriggio di venerdì 12 agosto a Biselli, negli impianti ittici dove il Grimaldi lavorava da anni. La dinamica dell’incidente è tanto semplice quanto assurda: durante il suo consueto turno di lavoro, Grimaldi ha catturato una vipera ed è stato morso ad un dito trascurando le conseguenze di quanto accaduto. Si dice che solo dopo qualche ora l’uomo, avvertendo una forte sensazione di calore, abbia cercato refrigerio nel fiume perdendo poco dopo conoscenza. Subito soccorso è stato portato all’ospedale di Spoleto dove è deceduto nonostante le cure prestate dai medici.

Difficilmente in Italia si muore per il morso della Vipera aspis, la vipera comune, presente in tutte le regioni italiane ad esclusione della Sardegna. Gli esperti sostengono che occorrano ben cinque morsi di vipera con l’inoculazione di veleno per causare la morte di un uomo di 60 chilogrammi. In circa un quarto dei casi, infatti, la vipera morde a “secco”, ovvero senza inoculare il veleno. Non esistono statistiche al riguardo ma, i dati relativi agli anni 2002-2012 del centro antiveleni di Pavia, confermano che su 482 casi di ricoveri per avvelenamento di vipere non c’è stato alcun decesso.

È difficile, pertanto, spiegare come e perché Roberto Grimaldi possa aver sottovalutato i sintomi che solitamente, dopo pochi minuti, compaiono sulla zona del morso della vipera: un dolore molto forte, una sensazioni di bruciore, gonfiore, eritema, lividi e bolle emorragiche che solitamente si estendono lungo l’arto colpito per arrivare, dopo 4-6 ore, ad altri sintomi ancora più evidenti come cali di pressione, shock, nausea e crampi addominali. Forse Grimaldi è rientrato in quel ridotto numero di casi di persone morse da vipere che dopo 5 – 12 ore registrano alterazioni della coagulazione del sangue.

Il triste episodio verificatosi in Valnerina non deve in ogni caso generare allarmismo nella popolazione perché l’effetto del morso delle vipere è estremamente variabile e dipende da numerosi fattori: il rapporto tra la quantità di veleno inoculata e la massa corporea della vittima (un bambino è decisamente più a rischio di un adulto); la presenza di patologie che affliggono gli organi colpiti dalle tossine, come malattie dell’apparato cardiocircolatorio o diabete; la temperatura ambientale (il calore favorisce la vaso-dilatazione e quindi la trasmissione del veleno); la localizzazione del morso (più pericoloso in zone molto irrorate, come lingua, labbra e collo piuttosto che in zone meno irrorate, come le dita) e il comportamento della vittima perché il panico può, talvolta, essere più pericoloso del morso.

Solitamente, pertanto, in caso di morso di una vipera, c’è tutto il tempo per raggiungere l’ospedale più vicino contattando il 118 o raggiungendo da soli il pronto soccorso. Non si deve somministrare più il siero antivipera che dal 2001, con un decreto ministeriale, è stato ritirato dal commercio poiché la mortalità da shock anafilattico in seguito alla somministrazione del siero antiofidico era più alta di quella causata dal morso delle vipere.

Si può fare molto anche nel campo della prevenzione perché per evitare in montagna di essere morsi da una vipera è importante calzare scarpe alte; indossare calzettoni al ginocchio, utilizzare un lungo bastone per battere il cammino e far scappare le vipere, evitare di sedersi su pietraie e sassi, non infilare le mani in cavità di alberi, in buchi, o in altri recessi, scuotere con decisione e più volte i giubbotti e maglioni depositati a terra o appesi ai rami dei cespugli prima di reindossarli. L’ultimo episodio di morso di vipera in Valnerina è accaduto qualche mese fa quando un uomo di Cascia, è finito in sala rianimazione a Foligno per essere stato morso da una vipera mentre andava a cercare funghi con le infradito. In questo caso, per fortuna, tutto è andato bene.

Conoscenze e prevenzione, dunque, significano completa protezione dall’eventuale morso di vipera che, è bene ribadirlo per evitare allarmismi, non rappresentano un vero pericolo per l’uomo anche perché non attaccano mai se non vengono disturbate, in genere accidentalmente perché pestate o perché si sentono minacciate da una mano casualmente appoggiata su un sasso.

Insomma quella di Roberto Grimaldi è stata una morte assurda, inspiegabile e per questa ragione ancora più dolorosa per i familiari, gli amici e la comunità nursina.

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