Omicidio di David, l’imam di Terni: “Amine Aassoul chiede scusa”. Raggi: “Mi aspetto giustizia”

TERNIAmine Aassoul chiede per bocca dell’Imam di Terni scusa. Quest’ultimo intervistato dalla trasmissione di Rai2, “I fatti vostri” dice di aver incontrato il tunisino in carcere per l’omicidio di David Raggi. “Io c’ho parlato – rivela l’imam – il ragazzo piangeva piangeva e mi ha chiesto di chiedere scusa”. Il giovane che ha detto di non ricordare nulla di quella sera, dal racconto dell’imam, sembra avere una sorta di pentimento. L’intervista è andata in onda nella puntata di oggi che ha visto ospite in studio, intervistato da Giancarlo Magalli, il fratello di David Raggi, Diego. Un omicidio che lo stesso conduttore ha definito “assurdo”.

Ripercorrendo la vicenda Diego ha raccontato che “all’inizio l’omicida ha cercato di giustificarsi dicendo di non ricordare nulla. Quella sera mio fratello, che era con un amico, stava uscendo dal locale quando si è imbattuto in questo tipo, ubriaco, che gli ha detto ‘ma cosa guardi’ e l’amico di David ha chiesto: ‘Ma che ce l’ha con noi?’ Lui ha alzato le mani come ad arrendersi e l’altro gli ha sferrato il colpo mortale alla gola. All’inizio chi stava si pensava solo a uno schiaffo, il pezzo di vetro che Amine Aassoul aveva in mano era nascosto bene. Poi, di fronte al sangue che zampillava, tutti hanno capito la gravità”. Diego e poi lo stesso Magalli ricordano che per le sue conoscenze professionali David (era stato volontario del 118) era cosciente di quello che gli stava succedendo. “Una vicenda drammatica – dice il conduttore – per mano di un cittadino che era già stato espulso”. Quindi viene menzionato il gesto ammirevole della famiglia che ha inviato a non reagire con violenza a questa aggressione.

Poi la parola passa al padre di David Raggi che, in un contributo video, ripercorre quella notte. “David è morto perché era indifeso. E’ morto perché si è arreso, ha alzato le mani” dice il papà che in conclusione dell’intervista dice che “Mi aspetto giustizia, perché mi ha tolto un figlio”.

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