Omicidio di Perugia, l’anziana uccisa si era confidata: “Ho paura, quella mi ammazza”. Due giorni prima di morire

PERUGIA – Danielle Claudine Chatelain, 73 anni, per tutti i perugini di via Oberdan Claudia, si era confidata con alcuni amici due giorni prima di morire. Una confidenza che faceva presaggire il rischio di poter essere uccisa. “Ho paura che mi succeda qualcosa. Temo che quella mi possa uccidere”, sono le parole della 73enne che a febbraio aveva perso la figlia. Parole pronunciate un paio di giorni prima dell’omicidio. “Quella” era proprio Renate Kette, 53 anni, di origine albanese, già piena di precedenti giudiziari. Nel febbraio 2006 fu arrestata dai Carabinieri per una rapina all’ufficio postale di Madonna Alta. Ora si trova rinchiusa nel carcere di Capanne con l’accusa di omicidio. Probabilmente Claudia faceva riferimento a qualche episodio degli ultimi tempi anche se l’avvocato difensore della badante smentisce dissidi tra le due. Ieri mattina l’avvocato Sascha Soli è stata a Capanne e ha parlato con Renate. Domani mattina ci sarà l’udienza di convalida dell’arresto che su terrà davanti al Gip Lidia Brutti. Sabato davanti al pm Giuseppe Petrazzini e al capo della squadra mobile Marco Chiacchiera ha fatto scena muta. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Non ha voluto chiarire come mai Claudia è precipitata in fondo ai dieci scalini del suo appartamento. Secondo il Pm e la Polizia c’è finita dopo una lite con Renate Kette detta Renee che l’ha anche percossa. Sarà l’autopsia di martedì a spiegare molte cose, ad iniziare dalle diverse ferite alla testa. Già domani mattina la 53 enne albanese potrebbe raccontare la sua versione dei fatti davanti al Gip Lidia Brutti. Versione che dovrà convincere gli investigatori convinti di avere in mano tutti i tasselli necessari per sostenere l’accusa.

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