Omicidio Raggi: la corte d’Appello di Perugia conferma la condanna a 30 anni per il marocchino Aassoul

Confermata in corte d’Appello di Perugia la condanna a 30 anni di carcere per Amine Aassoul.

Il marocchino era stato condannato a 30 anni di reclusione in primo grado, per aver ucciso David Raggi.

La Procura generale aveca chiesto la riduzione della pena da 30 a 18 anni, poichè “è da escludere l’aggravante dei futili motivi”.

Schiacciante la sentenza arrivata dopo qualche ora di riunione in camera di consiglio.

Le accuse che pendono sul marocchino sono pesanti: omicidio volontario, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. I familiari della giovane vittima chiedono ancora una volta che sia fatta giustizia e vogliono la conferma della condanna in primo grado. Anche il loro legale difensore, l’avvocato Massimo Proietti, chiede che quella decisione rimanga immutata.

Parallelamente continua il lavoro dell’avvocato sul fronte “governo”. L’avvocato ha depositato a febbraio due citazioni a giudizio: una indirizzata alla Presidenza del Consiglio dei ministri, l’altra ai ministeri dell’Interno e della giustizia, per fare causa allo Stato. fiaccolata david raggi 3

“Nel procedimento contro la presidenza del Consiglio dei ministri – aveva spiegato l’avvocato Proietti – si contesta il mancato adeguamento a una direttiva europea che impone allo Stato italiano di costituire un fondo per le vittime di particolari reati di natura transnazionale.

In questa fattispecie rientrerebbe anche l’omicidio di David. Per questo tipo di inadempienza lo Stato è già stato condannato due volte dai tribunali di Roma e Torino.
Nell’azione contro i ministeri dell’Interno e della Giustizia, la famiglia solleva una duplice contestazione la mancata espulsione di Aziz, condannato per reati commessi nelle Marche a 6 anni e 8 mesi e l’applicazione della condanna divenuta definitiva”.

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Tutta la città ricorda quella sera, era il 12 marzo 2015. David Raggi, si trovava in un bar del centro con i suoi amici, quando all’improvviso fu colpito da un pezzo di vetro al collo per mano di Amine Aassoul.

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